Dopo la definitiva vittoria contro i Persiani a Platea nel 479 a.C., Atene conosce una vera e propria rivoluzione urbanistica e architettonica, che interessa diverse aree della pólis. Oltre a vari monumenti edificati nella parte bassa, soprattutto nei pressi e all’interno dell’Agorà, il polo principale del rinnovamento edilizio ateniese è proprio l’Acropoli. Per volere di Pericle, nel 447 a.C. l’assemblea del popolo vota a favore di una ricostruzione della rocca della città, finanziata con il tesoro della Lega delio-attica, da poco trasferito ad Atene. Prende avvio il grandioso cantiere che vede la partecipazione dei più grandi artisti e architetti dell’età classica. L’aspetto attuale dell’area archeologica preserva la sistemazione urbanistica realizzata proprio in quest’epoca (97, 98).
All’ampio piazzale si accedeva da una gradinata monumentale d’ingresso, i Propilei, inquadrata a destra dal tempietto ionico dedicato ad Atena Níke (“vittoriosa”) e a sinistra dalla Pinacoteca, nella quale, come in una sorta di galleria d’arte antica, si conservavano quadri. All’interno del piazzale, una statua bronzea colossale di Atena Prómachos (“che combatte in prima linea”), alta circa 9 metri e realizzata da Fidia, dominava l’area ed era visibile dal mare. Completavano l’Acropoli il tempio dedicato ad Atena Parthénos, il Partenone, e l’Eretteo, edificio complesso che racchiudeva vari culti relativi alla fondazione della città.

