EREDITÀ E CONFRONTI
| Poco tempo prima | A detta dello storico greco Erodoto, lo stesso giorno della battaglia di Salamina (480 a.C.), che vide la vittoria degli Ateniesi sui Persiani, i Greci di Sicilia trionfarono contro i Cartaginesi nella battaglia di Imera. Per celebrare la vittoria, ad Agrigento (Akragas in greco) venne costruito il Tempio di Zeus Olimpio, il più grande tempio dorico dell’architettura greca (112 x 52 metri), di poco precedente al Partenone.
Nonostante le differenze nella pianta e nell’alzato tra i due templi, l’Olympiéion di Agrigento riflette la stessa funzione politica e propagandistica assegnata dai Greci alle decorazioni scultoree del Partenone: il tempio siceliota, infatti, era decorato con scene di gigantomachia ed episodi della Guerra di Troia, due delle tematiche illustrate nelle metope ateniesi, con la stessa finalità di esaltare la vittoria della civiltà greca sulla barbarie, in questo caso quella cartaginese. Proprio in quest’ottica si è ipotizzato che i telamoni, figure mitiche alte quasi otto metri che intervallavano le semicolonne del tempio, simboleggiassero la sottomissione dei nemici cartaginesi sconfitti.
Dopo la costruzione dell’Olympiéion, in tutta la Sicilia occidentale si riflettono gli ideali proporzionali ed estetici introdotti dal Partenone, un monumento di riferimento per l’architettura dorica del V secolo d.C.
