EDUCAZIONE CIVICA – COSTITUZIONE

La storia dei marmi del Partenone: dispersione di un contesto

LA RIMOZIONE DELLE SCULTURE

La storia dei marmi del Partenone è necessariamente connessa con il British Museum di Londra, dove sono conservati i resti più significativi delle sculture del tempio e di altri monumenti dell’Acropoli ateniese, noti sotto la denominazione di Marmi Elgin. Nel 1801 Thomas Bruce, settimo conte di Elgin, conosciuto come lord Elgin, ambasciatore britannico a Costantinopoli, ottenne dagli Ottomani, che in quel momento governavano la Grecia, il permesso di portare le sculture del Partenone in Inghilterra. Dal 1801 al 1812 vennero prelevati 15 metope, 57 pannelli del fregio ionico e 19 blocchi appartenenti ai frontoni e, via mare, furono inviati a Londra.
Già tra i contemporanei l’azione riscosse pareri contrastanti: il poeta e politico britannico lord Byron parlò di opere d’arte greche «saccheggiate da mani britanniche». Lord Elgin si difese dalle accuse sostenendo di aver «salvato» i marmi dall’incuria e dalla distruzione cui sarebbero andati incontro se non fossero stati prelevati dall’edificio antico. Il fervore e l’entusiasmo diffusi in Europa per la scoperta dell’arte greca classica portarono il governo britanniconel 1816 a legittimare il comportamento di lord Elgin e ad acquistare i marmi greci per il British Museum.

Interno del British Museum di Londra. Ampia sala espositiva con pareti in pietra chiara e un soffitto vetrato che lascia entrare la luce naturale. Lungo le pareti sono esposti frammenti del fregio del Partenone, montati su supporti e accompagnati da targhe descrittive. Visitatori camminano nella sala osservando le opere, mentre due persone siedono su una panca al centro, e indossano cuffie per l’audioguida.
Interno del British Museum di Londra.

LA QUESTIONE DEI MARMI GRECI

Nel 1980 l’allora ministra della Cultura greca e celebre attrice Melina Merkouri sollevò la questione dei marmi Elgin, che si trasformò in una vera e propria disputa internazionale, portando pochi anni dopo il governo greco a richiedere ufficialmente la restituzione dei reperti dell’Acropoli. I tentativi di mediazione dell’UNESCO, che ha dichiarato l’Acropoli ateniese patrimonio dell’umanità, non hanno risolto la questione, tanto che ancora oggi si è ben lontani da una soluzione definitiva.
Nel 2009, nel cuore di Atene, è stato costruito il Nuovo Museo dell’Acropoli, con l’ultimo piano destinato alla Galleria del Partenone, progettata con le stesse dimensioni del tempio. I sostegni per i frontoni, i pannelli e i vuoti delle metope accolgono i pochi originali rimasti in loco e le copie dei marmi del British Museum, dimostrando così che il Museo è pronto a custodire definitivamente l’intera collezione dei marmi del Partenone, anche se per adesso la posizione del governo britannico rimane ferma.

Interno del Museo dell’Acropoli di Atene. Spaziosa sala espositiva con pareti in cemento forato. Lungo le pareti sono esposti frammenti di sculture e rilievi, illuminati da faretti direzionali. Una grande scalinata conduce a un livello superiore, dove si trova una ricostruzione del frontone di un tempio con frammenti originali. Visitatori osservano le opere e interagiscono con le esposizioni in un ambiente moderno e minimalista.
 Interno del Museo dell’Acropoli di Atene.

IL PRIMO “RITORNO A CASA”

Il Museo Archeologico Regionale Antonino Salinas di Palermo nel 2022 ha invece deciso di restituire alla Grecia un frammento originale del Partenone (Frammento Fagan) che era in suo possesso, così come hanno fatto nel 2023 i Musei Vaticani per tre altri frammenti appartenenti alle loro collezioni, come prova dei frutti prodotti dai rapporti fraterni esistenti tra i cristiani cattolici e ortodossi.

Il “Frammento Fagan”, ricongiunto alla copia della lastra originale. Rilievo in marmo raffigurante una scena con figure maschili e femminili, alcune drappeggiate, altre parzialmente nude. Sul lato sinistro, il frammento restaurato include il piede di Artemide, riconoscibile dal drappeggio scolpito con pieghe fluide. Le figure si dispongono in un dialogo visivo, con pose naturali e dettagli accurati. Il rilievo presenta alcune parti mancanti, mentre altre sezioni sono più conservate.
Il “Frammento Fagan”, che raffigura il piede di Artemide ricongiunto alla copia della lastra originale. Atene, Museo dell’Acropoli.