Nel progetto di risistemazione dell’Acropoli di Pericle, sono coinvolti numerosi edifici (99), che manifestano apertamente la nuova cultura architettonica ateniese insieme a quella “classicità” che, come si è visto, aveva già ampiamente permeato il Partenone. Da una parte gli ordini architettonici continuano a essere combinati, per forme e proporzioni, come avviene nei Propilei, mentre dall’altra l’Eretteo e il tempietto di Atena Níke mostrano la prima vera diffusione ad Atene dell’ordine ionico.
99. Pianta dell’ingresso all’Acropoli con Propilei e Tempietto di Atena Níke.
Fronte esterna
Pinacoteca
Porte
Fronte interna
Tempietto Atena Níke
Propilei
Dopo la costruzione del Tempio di Atena, nel 437 a.C. l’architetto Mnèsicle, allievo di Ictino, inizia l’edificazione del nuovo monumentale ingresso dell’Acropoli, i Propilei(100) (dal greco pró – davanti – e pýle – porta), terminati nel 432 a.C. Il complesso, anfipròstilo esastilo, prosegue sulla scia delle novità introdotte nel Partenone con una particolare commistione di ordini dorico e ionico, perfettamente adattati all’irregolarità del terreno, e con colonne analoghe nelle proporzioni, ma non nelle dimensioni, a quelle del tempio di Atena. Mentre le colonne delle due fronti sono di ordine dorico, con intercolumni più larghi al centro per facilitare il passaggio, l’interno è composto da colonne ioniche, il cui carattere slanciato permette di gestire la differenza di quota del terreno tra l’interno e l’esterno del vestibolo d’ingresso. Una novità architettonica assoluta, quindi, dove i due ordini si intersecano alla perfezione, con l’architrave a tre fasce dell’ordine ionico che si inserisce all’altezza del fregio interno della fronte dorica. Il dislivello tra l’interno ionico e il vestibolo orientale, verso l’Acropoli, è scandito da cinque gradini che portano alle cinque porte d’accesso. Al centro, una rampa permetteva il passaggio dei carri e degli animali durante le cerimonie sacre. Sempre doriche, ma di dimensioni minori, sono le colonne che schermano gli ambienti laterali e mascherano l’irregolarità del complesso. A sinistra si apre una sala quadrangolare destinata ad accogliere pitture a tema mitologico chiamata Pinacoteca (dal greco pinax – quadro – e théke – deposito), mentre la sala corrispondente a destra, di dimensioni minori, costituisce il vestibolo di accesso al Tempio di Atena Níke. L’insieme delle strutture che formano i Propilei vede, per la prima volta, un utilizzo non soltanto del marmo bianco del monte Pentelico, ma anche della pietra azzurra di Eleusi, offrendo così la vivace policromia che si ritrova nell’Eretteo.
100. Propilei, 437-432 a.C. Atene, Acropoli.
Tempietto di Atena Níke
Sullo sperone destro dell’Acropoli sorge il Tempio dedicato ad Atena Níke (“vittoriosa”) (101), disposto in maniera non ortogonale rispetto ai Propilei, su un crepidoma di tre gradini. Il tempietto, di misure ridotte (8 x 5 metri circa), è anfipròstilo tetrastilo, accorgimento architettonico che permetteva di ammirare l’edificio sia salendo dai Propilei sia sostando nell’ampio piazzale dell’Acropoli, e mostra tutta l’eleganza dell’ordine ionico, ormai pienamente accolto nell’architettura ateniese. La raffinatezza si riscontra nei profili chiaroscurati delle basi e nei capitelli, con la particolare soluzione di quelli d’angolo che presentano una doppia voluta disposta a 45° (101A).
101. Tempietto di Atena Níke, 426-421 a.C. ca., marmo pentelico. Atene, Acropoli.
101A. Tempietto di Atena Níke, particolare di un capitello.