Lisippo

(Sicione 390-305 a.C. ca.)

Uno scultore di corte

Se Leochares era l’artista prediletto di Filippo II, Lisippo fu l’unico scultore ad avere il permesso da Alessandro Magno di rappresentarlo in scultura.
Originario di Sicione, sulla costa settentrionale del Peloponneso vicino Corinto, Lisippo è attivo tra il 365 e il 305 a.C. e intorno al 340 a.C. entra in diretto contatto con lacorte macedone, quando, come sostiene Plinio il Vecchio, raggiunge il suo apice artistico contemporaneamente all’inizio del regno di Alessandro, succeduto al trono dopo la morte del padre nel 336 a.C. Lo scultore segna infatti il passaggio dell’artista dalla committenza cittadina al servizio del sovrano e della sua corte, che caratterizzerà anche i regni ellenistici. Seguace di Policleto, con cui condivide il concetto della costruzione delle opere secondo rapporti modulari, Lisippo soleva dire che a differenza degli scultori precedenti che riproducevano gli uomini come erano, egli li raffigurava «come sembra che siano», secondo un criterio illusionistico che prelude all’ellenismo.
Quindi, rispetto alle sculture del V secolo a.C., Lisippo riforma il canone policleteo e persegue una resa del corpo che si discosta dalla norma anatomica: le sue figure appaiono più snelle e allungate, con una testa più piccola rispetto alle proporzioni del corpo e in particolare delle gambe; inoltre aumenta l’intensità delle espressioni, segno dell’assimilazione dello stile di Skopas.

Apoxýomenos

L’opera più famosa di Lisippo, fondamentale ponte di passaggio tra l’epoca classica e l’età ellenistica, è senza dubbio l’Apoxýomenos (127) (colui che si deterge, dal verbo greco apoxýo – detergere), statua bronzea che rappresenta un atleta mentre si deterge gli oli e il sudore dal corpo con l’aiuto dello strìgile, una sorta di raschiatoio ricurvo anticamente usato appositamente per questa funzione. Plinio il Vecchio racconta che alla fine del I secolo a.C. la scultura venne trasportata a Roma e collocata nelle Terme di Agrippa (il primo impianto termale pubblico di Roma), fino a quando l’imperatore Tiberio decise di spostarla nel suo palazzo. Tuttavia, l’opera era così amata dal popolo che una sommossa costrinse l’imperatore a ricollocarla nel luogo originario.

Lisippo, Apoxýomenos. Statua in marmo raffigurante un giovane atleta nudo in atto di detergere il proprio corpo con uno strigile. La figura è slanciata, con proporzioni allungate tipiche dello stile di Lisippo. Il braccio destro è proteso in avanti, mentre il sinistro è piegato verso il petto. Il volto ha un'espressione concentrata, con capelli corti e ricci scolpiti con precisione. Il peso del corpo è tutto sulla gamba sinistra, mentre la gamba destra è divaricata di lato. La statua è appoggiata a un supporto posteriore.
127. Lisippo, Apoxýomenos, 320 a.C. ca., copia romana da originale in bronzo, marmo, h 200 cm. Città del Vaticano, Musei Vaticani, Museo Pio-Clementino.

La copia romana in marmo conservata ai Musei Vaticani restituisce tutte le novità proporzionali del canone lisippeo, che si allontana dalle precedenti teorizzazioni di Policleto. Le gambe slanciate sembrano stare in equilibrio momentaneo (127A), pronte a cambiare da un istante all’altro la distribuzione del peso corporeo, e conferiscono maggiore snellezza alla figura, accentuata dalla piccola testa ormai in un rapporto maggiore di 1:8 rispetto al resto del corpo. Gli occhi infossati nelle orbite, insieme alla bocca e al naso ravvicinati, contribuiscono ad accrescere la resa patetica della figura, sulla scia dei modelli di Skopas.
Colpisce il movimento delle braccia, sollevate quasi orizzontalmente davanti al busto, che conferiscono profondità all’immagine: il braccio sinistro piegato tiene in mano lo strigile con cui deterge il braccio destro proteso in avanti, che pare quasi invitare lo spettatore ad avvicinarsi. Si ha una presa di possesso dello spazio nel quadrilatero costruito dalle braccia proiettate in avanti e nel volume d’aria che racchiudono. Per la prima volta, il busto della figura non è visibile e passa in secondo piano rispetto al movimento del personaggio: l’interesse prioritario di Lisippo, quindi, è mostrare l’azione che compie l’atleta invadendo lo spazio circostante e coinvolgendo lo spettatore, tanto da rinunciare alla visione del torso, che da sempre nell’arte greca era uno dei punti focali della scultura.

Schema compositivo dell’Apoxýomenos. Immagine della statua dell'Apoxýomenos con linee rosse sovrapposte per evidenziare la struttura compositiva. Le frecce indicano la direzione dei movimenti e delle inclinazioni del corpo: il braccio destro proteso in avanti, il sinistro piegato, la testa leggermente ruotata e l'equilibrio tra le gambe. L'analisi grafica mette in evidenza la dinamicità e le proporzioni allungate tipiche dello stile di Lisippo.
127A. Schema compositivo dell’Apoxýomenos.