PANORAMA ARTISTICO

Un’arte di corte

UNO STILE ECLETTICO

L’ascesa dell’impero macedone di Alessandro Magno e la dissoluzione dello stesso in numerosi regni comportano grandi cambiamenti in campo artistico, soprattutto nel rapporto tra artisti e committenti. Se durante l’epoca classica l’arte era finalizzata principalmente a una celebrazione dei valori collettivi delle varie póleis, nel corso dell’età ellenistica sono i sovrani a dettare i temi e le iconografie, che si adattano necessariamente alle esigenze del potere e della corte, con l’elaborazione di stili e composizioni più coinvolgenti nei confronti dello spettatore. Per questo periodo risulta piuttosto complesso seguire e definire un profilo omogeneo dell’arte greca, che, maggiormente indirizzata dalla volontà dei singoli monarchi, finisce per delineare un quadro di eclettismo stilistico. Nonostante ciò è comunque possibile individuare caratteristiche comuni: la resa patetica dei volti, il maggiore realismo, l’esasperato movimento e le accentuate masse muscolari dei corpi, evidenti nel gruppo del Toro Farnese (134), sono tra le componenti di spicco della statuaria ellenistica, che sviluppa in base al nuovo gusto e ai nuovi significati i modelli di età classica mantenuti sempre come principali punti di riferimento.

Toro Farnese (Supplizio di Dirce). Gruppo scultoreo monumentale in marmo raffigurante il supplizio di Dirce. Al centro, un toro si erge sulle zampe posteriori, mentre due uomini seminudi, con muscoli scolpiti, cercano di legarlo. A sinistra, una figura maschile trattiene il toro con una corda, mentre una donna, con abito drappeggiato, si protende con espressione disperata. In basso, un anziano barbuto osserva la scena. L'opera mostra dettagli anatomici e panneggi accurati, con una composizione dinamica e complessa.
134. Toro Farnese (Supplizio di Dirce), III-II secolo a.C., copia romana da originale in bronzo, marmo, h 370 cm. Napoli, Museo Archeologico Nazionale.

UN’ARCHITETTURA SCENOGRAFICA

Il gusto per l’impatto grandioso e stupefacente che dovevano restituire le opere d’arte trova compimento anche nell’architettura, in cui si potenziano le capacità progettuali e le tecniche per realizzare monumentali complessi, spesso disposti su pendii di alture con effetti particolarmente scenografici. La nuova attenzione rivolta all’urbanistica porta all’ideazione di planimetrie e alzati più articolati, inseriti nel multiforme spazio urbano delle nuove capitali ellenistiche. Questo eclettismo si ritrova, al servizio della libertà interpretativa del committente e dell’architetto, anche nell’utilizzo degli ordini architettonici, integrati tra loro in uno stesso edificio, in quanto esenti ormai da una propria appartenenza geografica. La nuova dimensione monumentale e scenografica delle architetture è dimostrata dalle soluzioni terrazzate dei Santuari di Kos e Rodi (135) o dell’Acropoli di Pergamo (vedi p. 192) ed è estesa anche a singole costruzioni, come il grande Altare di Pergamo (vedi p. 194) e il Faro di Alessandria, opere che univano le necessità pratiche alle novità tecniche e colossali dell’epoca. Il coinvolgimento dello spettatore, inaugurato già nell’architettura e nell’arte tardoclassiche, trova quindi in età ellenistica maggiore applicazione, sempre nel quadro della propaganda dinastica di ciascun regno.

Acropoli di Lindo, Isola di Rodi. Veduta aerea dell'acropoli situata su una scogliera rocciosa a picco sul mare. Le rovine includono colonne, mura fortificate e resti di edifici antichi. Un ampio piazzale con visitatori si estende al centro, circondato da strutture in pietra. In basso, grotte naturali si aprono nella roccia. Sullo sfondo, si staglia la baia di Lindo con acque turchesi e una spiaggia con file di ombrelloni. L'ambiente circostante è caratterizzato da vegetazione mediterranea e piccoli edifici moderni.
135. Acropoli di Lindo. Isola di Rodi.