CONVERGENZE VERSO IL CONTEMPORANEO di Jacopo Veneziani

RAPPRESENTARE IL MOVIMENTO

DALLA SCULTURA GRECA A GIACOMO BALLA

IV-III secolo a.C.

Gli uomini che – quasi tre secoli fa – scavavano strati di terra e cenere vulcanica nel territorio dell’antica Ercolano, distrutta insieme a Pompei dalla disastrosa eruzione del Vesuvio nel 79 d.C., sapevano che ogni colpo di piccone poteva svelare un segreto rimasto nascosto per centinaia di anni.

Accadde, per esempio, nel 1754, quando dalla terra scura emersero due statue bronzee raffiguranti due misteriosi atleti, ritrovate alle porte della città, nel peristilium – un cortile circondato da un colonnato – della Villa dei Papiri, così chiamata per gli oltre 1800 rotoli di papiro scoperti nella sua ricca biblioteca. Il proprietario di questa lussuosa residenza doveva sicuramente essere un lettore assiduo! Sembra quasi di vederlo passeggiare tra gli scaffali colmi di testi dei grandi storici, filosofi e poeti del tempo!

Tra quelle mura, l’amore per i libri si intrecciava con un’altra passione, lo sport, svelata appunto da queste enigmatiche sculture, i due Corridori, considerate a lungo copie romane di sculture greche dell’inizio del III secolo a.C. ma ritenute poi, da studi recenti, originali di quel tempo lontano, tradizionalmente definito “primo ellenismo”. In quel periodo a dettare legge nel mondo dell’arte era Lisippo, lo scultore preferito di Alessandro Magno, uno dei primi artisti a impiegare in studio modelli dal vero. Il realismo delle sue figure, la sua capacità di rappresentare azioni dinamiche con materiali inerti e di dare forma ai sentimenti e alle emozioni dei personaggi lo resero – insieme a Policleto, Fidia e Prassitele – un punto di riferimento per generazioni di artisti.

In appena due secoli, tra il VI e il IV secolo a.C., la rappresentazione del corpo umano in scultura era passata dai monumentali kourói – figure statiche, immortalate in pose rigide e simmetriche con i piedi ben piantati a terra – a statue che, pur attenendosi ai canoni della proporzione e dell’armonia stabiliti dai maestri del passato, riuscivano a trasmettere espressività, dinamismo e quello che i Greci chiamavano páthos, il sentimento. Le sculture non erano più semplicemente rappresentazioni ideali del corpo umano ma ritratti vivi di individui colti in momenti di intensa azione o emozione. È il caso, appunto, dei nostri Corridori.

Dalla loro scoperta a oggi, si è molto discusso su chi siano questi due giovani atleti immortalati nudi a grandezza naturale. Probabilmente avevano vinto una delle più importanti competizioni dell’antica Grecia, ma qual era la loro specialità sportiva? Confrontandoli con alcune raffigurazioni di competizioni atletiche in ceramiche e mosaici di età greca e romana, alcuni studiosi li considerano lottatori, immortalati nell’attimo precedente a una presa, appena prima di avvicinarsi l’uno all’altro e afferrarsi con un balzo improvviso, sollevando la polvere intorno a loro. Altri, invece, interpretano la loro muscolatura esile e i due piedi sinistri avanzati, come appoggiati su una linea di partenza, come caratteristiche tipiche di due corridori.

Qualsiasi sia il loro sport, i due giovani sono pronti a scattare! Ce lo suggeriscono le linee del corpo, i muscoli tesi e la loro espressione vigile e determinata, indizi di un’azione imminente. Ogni dettaglio delle due sculture, frutto di una profonda comprensione dell’anatomia umana, è stato attentamente concepito per trasmettere l’idea del movimento. I busti sono piegati in avanti, la gamba sinistra è avanzata con la pianta del piede saldamente appoggiata a terra, mentre la destra è arretrata con il tallone sollevato. Il braccio destro è proteso in avanti, con il gomito piegato, mentre il sinistro è abbassato e disteso verso il ginocchio. Il viso, incorniciato da capelli corti e ricci, è reso ancora più vivido e realistico dagli occhi realizzati in osso o avorio per il globo oculare e pietra grigia e nera per le iridi e le pupille. Lo sguardo dei due atleti è concentrato verso la meta!
La testa sollevata e leggermente ruotata, in direzione opposta a quella del busto, è uno stratagemma che ci invita a girare intorno alla statua per averne una visione completa.

Particolare dei Corridori. Dettaglio del volto di una scultura in bronzo, con espressione intensa e sguardo rivolto in avanti. Gli occhi sono realizzati con inserti di materiali diversi, con iridi azzurre e pupille scure che accentuano il realismo. La pelle metallica presenta tracce di ossidazione, mentre i capelli ricci sono scolpiti con precisione. L’espressione suggerisce tensione e concentrazione.