PANORAMA ARTISTICO L’arte, rappresentazione del potere UN’ARTE CONDIVISA DA MOLTI Le civiltà che si sono avvicendate nella Mezzaluna fertile rappresentano l’esempio più significativo di “ ” nella storia dell’uomo. Esse infatti, influenzandosi reciprocamente, hanno dato vita a una produzione artistica contraddistinta da una particolare continuità iconografica e stilistica: i temi figurativi e le immagini si ripetono e trasmettono perlopiù lo stesso messaggio, legato alla . Quest’ultimo è incentrato sulla , fulcro civile e militare delle società mesopotamiche, e ha sede nel . Allo stesso tempo, il potere regio è fortemente legato anche alla sfera religiosa che trova il suo centro nevralgico nel . Se il palazzo è la materializzazione del potere sociale ed economico della comunità, il tempio ne legittima l’esistenza, oltre ad avere altre funzioni pratiche come, per esempio, quella di . I vari esempi di statuaria sumerica, accadica, babilonese e assira dimostrano quanto sia centrale la religione nelle culture mesopotamiche ( ), tanto che non soltanto gli , le statuette di fedeli in atteggiamento di preghiera, ma anche i sovrani rappresentati sui rilievi manifestano apertamente un contatto ininterrotto con il divino. panorama artistico condiviso rappresentazione del potere figura del sovrano palazzo tempio osservatorio astronomico teocentrismo oranti FORME SEMPLIFICATE PER SIGNIFICATI CONDIVISI La vicinanza stilistica che si nota tra le produzioni artistiche di questi popoli è spiegabile con il fatto che in tutte viene attribuita maggiore importanza all’ , piuttosto che alla resa realistica di personaggi, animali e oggetti, riprodotti con segni semplici e lineari. Il prevalere del significato sulla forma permette di capire la semplicità degli elementi rappresentati, come per esempio il sole, la luna e i copricapi di sovrani e divinità, solitamente resi con forme geometriche ricorrenti, per cui si parla di . Queste immagini, dunque, erano facilmente riconoscibili da tutti, ragione per cui sono state replicate fino ai rilievi assiri del VII secolo a.C. e all’arte persiana del VI secolo a.C. Sempre per favorire la chiarezza del messaggio rispetto alla resa realistica dell’immagine, nell’arte mesopotamica non c’è una resa prospettica dello spazio e delle figure: queste ultime, infatti, non rispecchiano le proporzioni reali, ma seguono spesso il , secondo cui il sovrano viene riprodotto più piccolo rispetto al dio, ma più grande rispetto ai dignitari e al popolo. L’esaltazione del re avviene anche attraverso la raffigurazione di vittorie militari e di episodi che sottolineano la sua capacità di superare i limiti imposti dalla natura, come le scene di caccia al leone o il trasporto di materiali da costruzione. immediatezza del messaggio geometrismo principio di gerarchia dimensionale DALLA LINEA AL NATURALISMO Il patrimonio comune di tante espressioni figurative tra le culture mesopotamiche, al pari della condivisione di opere letterarie come l’ , una raccolta di scritti sulle imprese del mitico re di Uruk, non impedisce di distinguere una serie di differenze stilistiche legate alle singole civiltà. Dalle rappresentazioni semplificate e lineari dei , come il rilievo commemorativo di Ur-Nanshe , nel tempo si passa al maggiore naturalismo dei rilievi assiri. L’ segue inoltre il modello accadico del sovrano eroicizzato in cui la rappresentazione della natura costituisce un elemento imprescindibile del rilievo storico , una caratteristica che si riscontrerà anche nell’arte egizia. Epopea di Gilgamesh Sumeri (4) arte assiro-babilonese (5) Tavoletta con rilievo commemorativo di costruzione di un tempio da parte del sovrano Ur-Nanshe, 2550-2500 a.C., bassorilievo, 46,5x39 cm. Parigi, Musée du Louvre. 4. , 645 a.C. ca., bassorilievo, da Ninive (Iraq). Londra, British Museum. 5. Una scena di caccia al leone