UNA NUOVA ARTE PER UN “VECCHIO” IMPERO
L’instabilità che affligge per lungo tempo l’Impero nel corso del Tardoantico determina un cambiamento progressivo della produzione artistica con un graduale abbandono dei precedenti princìpi figurativi. Dopo la metà del III secolo d.C., l’arte romana si riconsolida con l’adattamento di iconografie codificate a nuove necessità sociali e religiose, che comportano importanti trasformazioni anche nella distribuzione degli spazi, pubblici e privati, e nelle loro decorazioni.
Nelle arti figurative si assiste sin dalla seconda metà del II secolo d.C. a un graduale distacco dal naturalismo classico, con una maggiore schematizzazione delle forme, in funzione anche di una drastica riduzione del tempo di realizzazione delle opere. I modi di rappresentazione risultano improntati a una maggiore propensione per il simbolismo, l’astrazione e l’immediatezza del messaggio, vero strumento della nuova propaganda imperiale, come esemplifica il ritratto colossale bronzeo di Costantino (126).
