CONVERGENZE VERSO IL CONTEMPORANEO di Jacopo Veneziani OPERE D’ARTE IMMERSIVE DALLA PITTURA ROMANA A ÓLAFUR ELíASSON 30-20 a.C. ca. Ogni giorno d’estate, per sfuggire all’afa romana, l’elegante , a nord di Roma. Varcata la soglia di questo ambiente sotterraneo dedicato all’ozio, la temperatura diventava più fresca e l’aria si riempiva di un lieve profumo di terra e umidità. Livia veniva allora avvolta dalla serenità degli affreschi che correvano lungo tutte e quattro le pareti: raffiguravano un giardino ideale, delimitato da una balaustra in marmo bianco, dipinto con straordinaria maestria. Livia Drusilla, terza moglie dell’imperatore Augusto, si rifugiava nel ninfeo della sua villa a Prima Porta Immaginiamo la nobildonna romana camminare lentamente lungo le pareti, lasciando scorrere lo sguardo sui tanti alberi rigogliosi, piante esotiche e fiori colorati che la circondano e che paiono materializzarsi dal muro. Abituatasi alla luminosità ridotta della stanza, rischiarata soltanto da un piccolo lucernaio ricavato in una delle lunette sopra le pareti corte, Livia si ferma per un momento ad ammirare i frutti rossi e maturi di una pianta di melograno. Due uccelli in volo attirano la sua attenzione. Le piume di questi animali sono così realistiche che sembra quasi di sentire il loro cinguettio! Poi, notando le cime degli alberi piegate dal vento, Livia ha quasi l’impressione di udirne il fruscio delle foglie. Sta forse per piovere? No, il cielo terso e senza nuvole suggerisce un giorno sereno e luminoso. Livia tira un sospiro di sollievo. Questo ninfeo è il suo rifugio domestico di pace e contemplazione, lontano dagli impegni e dalle responsabilità della vita a corte. In questo angolo di paradiso creato apposta per lei, circondata dalla bellezza della natura, può riflettere, meditare e trovare sollievo dalle preoccupazioni quotidiane. Ogni particolare di queste pitture parietali – databili tra il 30 e il 20 a.C., rinvenute nel 1863 e ricostruite nel loro aspetto originario nel Museo di Palazzo Massimo a Roma – è stato studiato per offrire un’immersione rasserenante nel mondo naturale. A giudicare dall’attenzione scrupolosa per i dettagli naturalistici, l’autore degli affreschi, ignoto, doveva avere conoscenze botaniche approfondite. Gli studiosi hanno riconosciuto ben 23 specie vegetali – dal papavero al cipresso passando per l’alloro e l’abete rosso – e 69 tipi di uccelli: colombi, passeri, merli, pettirossi, cardellini… A essere ritratto, più che un giardino reale, è un vero e proprio catalogo di flora e fauna! Per essere scelto per lavorare in casa di un imperatore, del resto, questo pittore doveva essere davvero un artista straordinario.