CON VER GENZE verso il contemporaneo I LIBRI D ARTISTA dall arte carolingia ad alberto burri di Jacopo Veneziani 781-783 / Godescalco Immerso nella luce soffusa del mattino, Godescalco sedeva assorto alla sua scrivania di legno massiccio, nel silenzio quasi sacrale del suo studio di talentuoso calligrafo e miniaturista. L odore della pergamena e dell inchiostro riempiva l aria, mescolandosi con il lieve aroma delle candele di cera d api. Con movimenti lenti e precisi, la sua mano scivolava sulla pergamena con sicurezza, creando linee fluide e armoniose. Accanto a lui, disposto in piccole ciotole di ceramica, un assortimento di rossi vibranti, blu profondi e verdi intensi che aspettavano di essere trasformati in minuziose decorazioni. Le pieghe dei mantelli e delle tuniche, disegnate con linee precise, avvolgono i corpi in modo realistico, dando loro un senso di volume e movimento. E fate caso ai loro volti! Quello di Cristo ha due grandi occhi espressivi che fissano direttamente l osservatore, stabilendo una connessione emotiva immediata e potente. Queste figure non sono pi semplici rappresentazioni stilizzate e statiche, ma assumono una vitalit che cattura l attenzione e l immaginazione di chi le guarda. Godescalco sapeva bene che il manoscritto a cui stava lavorando non era destinato a chiunque. Sarebbe finito tra le mani della coppia reale pi potente del suo tempo! I versi di dedica finali precisano che fu nientemeno che Carlo Magno a ordinarne la realizzazione, insieme alla moglie Ildegarda, all inizio del suo quattordicesimo anno di regno, ovvero nel lontano 781. Ogni lettera, ogni pagina, ogni miniatura doveva dunque essere all altezza delle aspettative di coloro che regnavano sull Impero carolingio. Alcuni versi successivi aggiungono che l autore si impegn a completare il manoscritto in primavera, dopo che Carlo aveva attraversato le Alpi per raggiungere Roma e assistere al battesimo di suo figlio Pipino. simbolo delle ambizioni culturali e politiche di Carlo Magno, allora impegnato a consolidare il proprio potere e l identit del proprio regno. A dimostrarlo sono i versi in dedica finale, scritti nella nuova «minuscola carolina», un sistema di scrittura sviluppato proprio durante il L antico Evangelario di Parigi non per soltanto una testimonianza della maestria di Godescalco. anche un regno di Carlo Magno e adottato nel Sacro romano impero per rendere i manoscritti pi facili da leggere e copiare. Emerso alla fine dell VIII secolo nei monasteri e nelle scuole carolingie, questo stile introdusse lettere rotonde e ben definite, una netta distinzione tra maiuscole e minuscole e gli spazi tra le parole, una pratica non cos comune nelle scritture precedenti! Il suo sviluppo stato parte delle riforme educative e culturali promosse da Carlo Magno, raro avere informazioni cos precise su un opera d arte carolingia! Pur definendosi con umilt «ultimus famulus» (ultimo servitore), Godescalco era probabilmente uno dei familiares di Carlo Magno, uno di quei fidati consiglieri e collaboratori che godevano di un rapporto personale e privilegiato con il sovrano. Il suo Evangelario ovvero, una raccolta di brani tratti dai Vangeli, conservato oggi alla Biblioteca Nazionale di Francia a Parigi rappresenta uno dei primi esempi di miniatura di epoca carolingia. un opera di grande lusso, scritta in inchiostro dorato e argentato su pergamena tinta di porpora, con iniziali decorate e sei grandi miniature a tutta pagina, dipinte all inizio del volume con pennellate sottili e dinamiche. Incorniciate da bordure elaborate, queste immagini raffigurano i quattro evangelisti, il Cristo in trono e la Fontana della vita, probabile riferimento al battesimo di Pipino. I contorni scuri e marcati tracciati da Godescalco conferiscono ai suoi personaggi una presenza forte e decisa sulla pagina. 378 UNITÀ 8 Evangelario di Godescalco, Fontana della vita ed esempio di minuscola carolina.