CON VER GENZE verso il contemporaneo di Jacopo Veneziani L A NATUR A A PORTATA DI MANO dai giardini di babilonia al bosco verticale di boeri VI secolo a.C. affascinante pensare a come i giardini pi antichi di cui abbiamo memoria siano stati creati in un ambiente arido e inospitale come il deserto! A realizzarli, quasi tremila anni prima della nostra era, furono gli abitanti della Mesopotamia, una vasta regione situata tra i fiumi Tigri ed Eufrate corrispondente all odierno Iraq e a zone dell attuale Siria, Turchia e Iran considerata dagli storici la culla delle civilt per gli antichi popoli che vi si sono sviluppati: i Sumeri, gli Assiri, gli Accadi e i Babilonesi. Furono questi ultimi a ideare i famosi Giardini Pensili di Babilonia, a sud dell odierna Baghdad, facendo prova non solo di grande ricchezza e potere ma anche di una profonda conoscenza dell ingegneria idraulica e di una straordinaria capacit di adattamento alle ostili condizioni ambientali. Studiare questa loro straordinaria opera a distanza di millenni un impresa ardua. A differenza dei monumenti, le cui pietre durano nei secoli lasciando il ricordo di ci che fu costruito, i materiali che compongono un giardino sono infatti molto pi fragili e in genere destinati a svanire del tutto. Visitando i resti frammentari dell antica Babilonia, ridotta a cumuli di mattoni, difficile immaginare che, un tempo, in questi stessi luoghi, sorgeva una delle pi grandiose metropoli del mondo antico. Tuttavia, grazie alle descrizioni di storici come Diodoro, Strabone, Quinto Curcio e alle ipotesi degli archeologi, possibile fare un esercizio di fantasia, immaginare di viaggiare nel tempo e passeggiare per le strade vivaci e affollate della citt . Varcata l imponente Porta di Ishtar (oggi ricostruita al Pergamonmuseum di Berlino p. 30), con i suoi mattoni smaltati di blu e le raffigurazioni di animali mitologici, assistiamo a un vero spettacolo, un tripudio di bancarelle ricche di spezie profumate, tessuti colorati e gioielli scintillanti. In lontananza, scorgiamo le terrazze della ziqqurat ricoperte da una vegetazione rigogliosa. Sono i maestosi Giardini Pensili, dove il chiacchiericcio delle persone e le risate dei bambini lasciano spazio al suono dell acqua che scorre lungo canali e fontane, un oasi di frescura e fertilit dove sale e gallerie offrono ombra e refrigerio. Non era cosa da poco, nel VI secolo a.C., far crescere orti, piante esotiche, fiori colorati e alberi da frutto nel bel mezzo del deserto! Ogni terrazza sporgeva leggermente rispetto a quella che la sovrastava e cos le piante pi alte, spesso palme, riuscivano a proteggere quelle che crescevano alla loro 42 UNITÀ 2 Ricostruzione dei Giardini Pensili di Babilonia. ombra, rallentando il disseccamento e favorendo la condensa notturna. Per mantenere il verde lussureggiante, poi, furono messe a punto tecniche di irrigazione davvero avanzate: catene provviste di ciotole mosse da ingranaggi azionati manualmente che trasportavano l acqua fino alle terrazze superiori; da qui, tramite una serie di serbatoi e scivoli, l acqua poteva raggiungere anche i piani inferiori. A riuscire in un impresa cos prodigiosa fu Nabucodonosor II, il pi potente sovrano dell antica Mesopotamia che, arricchitosi grazie a una serie di campagne militari vittoriose, commission diverse opere architettoniche monumentali per trasformare la sua capitale in una delle citt pi splendide al mondo. Secondo la leggenda, ordin la costruzione dei Giardini Pensili per la gioia della moglie Amytis, una principessa di Media che sentiva la mancanza delle montagne e del verde della sua terra. Le fronde pi alte sporgevano al di sopra delle mura della citt le pi grandi mai costruite e davano l impressione a chi passava in lontananza di scorgere un recinto incantato. Non c era miglior modo per esprimere la ricchezza e la potenza di Babilonia! Non da escludere che all epoca questi giardini rigogliosi avessero anche un carattere religioso, essendo spesso posti sulle terrazze delle torri su cui si celebravano i riti sacri o accanto a santuari dedicati a divinit della fertilit , quasi a voler dimostrare i