PANORAMA ARTISTICO La pittura gotica italiana del Trecento GIOTTO E LA CULTURA ARTISTICA FIORENTINA Partendo dai risultati ottenuti dagli scultori, Nicola e Giovanni Pisano e Arnolfo di Cambio, a partire dalla fine del Duecento i pittori riscoprono la rappresentazione della figura umana, dei sentimenti e dello spazio, e sperimentano nuovi metodi per creare l illusione della tridimensionalit . Il primo, rivoluzionario pittore, autore di un cambiamento epocale rispetto alla tradizione bizantina, Giotto di Bondone, nato presso Firenze. La sua arte si qualifica per la riscoperta del la classicit , la capacit di rappresentare il vero, la resa dello spazio e l attenzione all essere umano e alle cose che lo cir condano. Giotto incarna la vitalit del nostro Paese alla fine del Duecento: dal dominio economico in tutta Europa, all organiz zazione delle citt , al rinnovamento religioso di san Francesco, alla continua crescita in tutte le arti. L artista fa tesoro di queste esperienze creando per primo un linguaggio artistico italiano del tutto originale. Il riconoscimento del ruolo di Giotto fu generale, favorito dal successo del ciclo delle Storie di San Francesco ad Assisi ( p. 463). Qui raccoglie gli stimoli della predicazione francesca na, introducendo per la prima volta nelle narrazioni pittoriche elementi del quotidiano e della realt . Nella rappresentazione della figura umana Giotto recupera un naturalismo di tradizione classica, riuscendo a comunicare emozioni e sentimenti, concentrati in pochi, dignitosi gesti, ma capaci di intensa commozione come nei Funerali di San Francesco di Santa Croce a Firenze (91). LA SCUOLA SENESE Fra gli allievi di Duccio di Buoninse gna ( p. 457) a Siena, si distingue Simone Martini che elabora un linguaggio aristocratico apparentemente lontano dalla real t , fatto di colori delicati, volumi modellati da contorni sinuosi e dettagli preziosi realizzati con l inserimento nella superficie dipinta di materiali brillanti, oro, argento e cristalli. 91. Giotto, Funerali di San Francesco, 1317-25 ca., affresco, particolare. Firenze, Basilica di Santa Croce, Cappella Bardi. 92. Ambrogio Lorenzetti, Elemosina di San Nicola, 1330-35 ca., tempera su tavola, 48x53 cm. Firenze, Galleria degli Uffizi. Sia Simone Martini sia un altro degli allievi di Duccio, Ambrogio Lorenzetti, ricevono incarichi pubblici destinati a rap presentare le aspirazioni della citt di Siena. Simone Martini esegue una solenne Maest nel Palazzo Pubblico ( p. 474), mentre Ambrogio Lorenzetti incaricato di dipingere una gran de allegoria per raffigurare la concordia raggiunta tra guelfi e ghibellini, fonte di giustizia, pace e sviluppo sociale ( p. 476). Attivo anche a Firenze, Ambrogio Lorenzetti assorbe la spaziali t e la concretezza giottesche: nella formella rappresentante un episodio della vita di san Nicola (92), appartenente a un com plesso eseguito da Ambrogio a Firenze negli anni Trenta, il line arismo elegante, l attenzione al dettaglio e l esilit dell architet tura attestano comunque la sua aderenza al Gotico. I l G otico 461