PANORAMA ARTISTICO Arte per dèi e faraoni UN’ARTE IMMUTABILE L’arte dell’antico Egitto rispecchia in maniera puntuale l’organizzazione e la suddivisione gerarchica che hanno caratterizzato la società egizia per circa 3000 anni di storia. Già a partire dal IV millennio a.C., infatti, l’arte ruota attorno alla , il sovrano assoluto che domina il vertice della società piramidale egizia, che accentra in sé tutti i poteri e che è considerato un dio vivente in terra. La sua immagine è onnipresente in tutti i monumenti egizi e nel corso di tre millenni si ripete secondo una e immutabile. Il sovrano è infatti sempre rappresentato in maniera idealizzata e schematica, oltre a essere accompagnato da insegne e simboli (la corona, lo scettro ecc.) che lo rendono immediatamente riconoscibile. Questo è funzionale a esaltare il sovrano, il suo ruolo e i suoi poteri, e a trasmettere in maniera chiara e univoca le verità immutabili e le idee che esprimeva la sua figura. Senza dubbio il mantenimento della stessa religione politeistica, costituita perlopiù da divinità zoomorfe (con testa di animale e corpo umano), ha contribuito ad alimentare questa continuità stilistica e formale. Divinità e faraoni sono infatti raffigurati con lo scopo di esprimere i valori morali e simbolici della religione egizia, senza ricercare una rappresentazione fedele della realtà. La è evidente durante tutta la storia dell’antico Egitto, anche nel periodo della riforma religiosa promossa da Akhenaton (letteralmente “Colui che è grato ad Aton”), unico faraone a imporre una corrente monoteistica (dal greco – solo – e – dio) incentrata su Aton, dio del sole. Questa modifica sostanziale dei valori e delle finalità della religione egizia genera un’importante parentesi nella produzione artistica, volta a un che rompe con lo schematismo precedente. La civiltà egizia, inoltre, può considerarsi unica nel suo rapporto con il , a cui l’arte è fortemente legata. Tombe, pitture, rilievi e corredi funerari sono tutti destinati alla memoria del defunto, ma soprattutto alla incrollabile certezza che egli vivrà oltre la morte. figura del faraone codificazione precisa conservatorismo stilistico dipendenza dell’arte dalla religione mónos theós realismo mondo dei morti MAESTOSE ARCHITETTURE La celebrazione del sovrano si rispecchia anche nei grandiosi , ampliati progressivamente nel corso dei secoli, e negli imponenti , come le piramidi e le tombe rupestri, che enfatizzano la potenza del faraone persino dopo la sua morte. L’architettura templare è concepita in vasti spazi, destinati perlopiù a sacerdoti, faraoni e divinità, e riccamente decorati da immagini dipinte e a rilievo dal chiaro significato simbolico. Se come molti altri aspetti della società egizia gli edifici religiosi tendono a mantenere intatti i propri caratteri, quelli funerari appaiono nel corso della storia maggiormente soggetti a modifiche e cambiamenti. templi complessi funerari SCULTURE E PITTURE TRA SCHEMATISMO E VIVACITÀ L’arte ufficiale egizia prevede una forte con e , nonostante si osservi, soprattutto in pittura, una particolare attenzione per i , come dimostra la cosiddetta ballerina rappresentata su un del Nuovo Regno (piccolo frammento di calcare dipinto) . Anche le sculture sono ripetitive, sia nello stile sia nella disposizione delle forme: per le rappresentazioni dei sovrani, per esempio, dominano le , tra cui è esemplificativa la statua in diorite di Ramses II , , con caratteristici copricapi (corone) e scettri impugnati come simboli del potere. schematicità proporzioni fisse delle figure profondità spaziale quasi assente dettagli naturalistici óstrakon (5) figure sedute su trono (6) o in piedi , Nuovo Regno, XIX dinastia (1292-1185 a.C.), calcare dipinto, h 1,5 cm. Torino, Museo Egizio. 5. Óstrakon con danzatrice , Nuovo Regno, XIX dinastia (1292-1185 a.C.), diorite, h 190 cm, da Luxor (antica Tebe). Torino, Museo Egizio. 6. Ramses II