CONVERGENZE VERSO IL CONTEMPORANEO di Jacopo Veneziani LA TENSIONE DELLA FIGURA UMANA DALL’ANTICO EGITTO ALLE FIGURE DI GIACOMETTI 2033-1710 a.C. Parlare di civiltà egizia significa attraversare oltre tremila anni di storia, trenta dinastie e una moltitudine di profondi cambiamenti politici, sociali e culturali in un vasto territorio che, dal montuoso Alto Egitto (a sud) al pianeggiante Basso Egitto (a nord), fu governato per secoli dai famosi faraoni, sovrani dai poteri illimitati considerati vere e proprie divinità in terra. L’arte che prende forma all’inizio dell’era dei faraoni è rimasta quasi immutata fino alla fine dell’antichità, mantenendo una sorprendente coerenza stilistica e rimanendo legata alla dismisura, alla grandiosità delle opere e a questioni sacre e spirituali. Ce lo testimoniano, per esempio, le immense piramidi della piana di Giza, alle porte del Cairo, e le mastodontiche statue dedicate ai faraoni. Entrando nelle camere funerarie lungo le rigogliose rive del Nilo e sbirciando tra gli arredi e i corredi tombali, però, scopriamo anche opere d’arte minute e private che offrono . In questi spazi riservati, sono stati conservati per millenni manufatti di diversi materiali, dal legno all’avorio, dalla terracotta all’oro, dalla pietra al bronzo, grazie ai quali scopriamo, per esempio, quanto questo popolo temesse la morte e di venire dimenticato con il cessare della vita. uno sguardo intimo sulla vita e sulle credenze degli antichi Egizi Per placare queste angosce, ci si affidava allora agli artisti, confidando che le loro opere permettessero di mantenere un legame con il mondo dei vivi. Lo fece, tra gli altri, chi commissionò la cosiddetta , proveniente da una tomba della necropoli rupestre di Asyut. Dama Henen Il fatto che sia oggi conservata al Museo del Louvre di Parigi può farci pensare che sia stata creata come opera d’arte da ammirare ma… non è così! Questa statuetta in legno è rimasta invisibile per millenni, sigillata poco dopo la sua realizzazione in un sepolcro riscoperto solo nel 1903. Qual era, dunque, il suo scopo? Secondo le credenze dell’epoca, per far vivere l’anima del defunto nell’aldilà, era necessario non solo preservarne il corpo dalla corruzione – tramite la famosa pratica della mummificazione – ma far sì che anche le sembianze esteriori venissero conservate. Come? Grazie agli scultori! Se il compito principale della pittura era quello di creare per i morti un ambiente armonioso e rassicurante nell’aldilà, rappresentando paesaggi naturali, scene di vita quotidiana e attività cerimoniali, . le sculture avevano una funzione ancor più profonda e spirituale Quale? La può aiutarci a scoprirla. La statuetta rappresenta una giovane donna, in piedi su un basamento, completamente nuda – eccezione fatta per una collana, due bracciali e un paio di sandali dipinti sul legno –, con il capo eretto e le braccia stese rigidamente lungo i fianchi. Raffigura probabilmente . Prestiamo attenzione al suo volto. Ai nostri occhi – abituati ai ritratti moderni, dove il viso del soggetto è sempre riconoscibile – appare stilizzato e poco dettagliato. : le espressioni individuali, i segni dell’età, le eventuali imperfezioni… Dama Henen una concubina del potente tesoriere Nakhti, la cui sepoltura si trovava a pochi passi da quella della donna Mancano tutti quei particolari che caratterizzano un volto reale All’artista, infatti, non importava che la scultura assomigliasse alla persona a cui era dedicata. Voleva piuttosto , conservandone le fattezze e rappresentandone il ruolo sociale nel modo più chiaro e durevole. Per farlo, però, ogni scultore doveva attenersi a scrupolose regole stabilite nel corso dei secoli, rappresentando per esempio l’uomo con la pelle rosso-mattone e in movimento per indicare una vita attiva trascorsa fuori dalle mura domestiche, e la donna – come la nostra – con . forgiare un corpo eterno in cui far risiedere l’anima del defunto Dama Henen l’incarnato giallo e in posizione stante, simboli di un’esistenza più statica, condotta tutta dentro casa Sembra ancora di vedere il nostro scultore, concentrato e meticoloso, intento a lavorare con tecniche precise e materiali scelti con cura per assicurarsi che – L’ENERGIA VITALE – E GARANTIRE COSÌ ALLA DAMA L’IMMORTALITÀ E LA POSSIBILITÀ DI INTERAGIRE CON IL MONDO DEI VIVI ATTRAVERSO OFFERTE E PREGHIERE. IL KA POSSA TROVARE RIFUGIO NELLA SCULTURA Non poteva certo immaginare che, un giorno, la grande civiltà a cui apparteneva avrebbe cessato di esistere. Accadde in un anno preciso, il 30 a.C., quando l’Egitto – già indebolito da lotte dinastiche e da invasioni da parte di popoli stranieri – perse la propria autonomia e diventò una delle numerose province del vasto Impero romano.