PERCHÉ DEVI LEGGERLO

Anche a te piacciono le materie scientifiche? Ritieni, di contro, che quelle letterarie siano dunque meno importanti? Primo Levi ti mette alla prova: fa “reagire” la materia chimica e la scienza con il racconto, puro e privo di sbavature, della sua esperienza. Lo puoi notare già a livello linguistico: soprattutto nella parte centrale, il lessico tecnico della chimica (strumenti, nomi di elementi e sostanze, procedure) è dominante, fino a condensarsi in frasi che forse non hai potuto capire del tutto (come alle rr. 143-144 fino a reazione neutra al tornasole, per il che la miscela si riscaldò fortemente ed emise abbondanti fumi bianchi: un chimico non ha nessun problema a comprenderne il senso, ma per chi non lo è forse la frase risulta più vicina all’alchimia o alla magia). Non mancano però riferimenti anche dotti ad aspetti che riguardano la cultura umanistica: per esempio, Platone, Agostino, Tommaso, Hegel, Croce sono tutti nomi di filosofi che, seppur vissuti in epoche diverse, sono riuniti nel discorso come esponenti di altrettanti modelli di analisi della realtà.
Anche in questo racconto, come in molti altri luoghi delle sue opere, Primo Levi dà prova di una scrittura efficace e moderna, attenta al dato materiale senza mai essere noiosa o sterile. Ci insegna anche qualcosa sull’autobiografia: posto che ogni esperienza può potenzialmente diventare oggetto del racconto autobiografico, Levi ci mostra che solo un episodio significativo può prendere davvero corpo e renderci soddisfatti alla fine della lettura (in questo caso, il momento in cui Primo ed Enrico comprendono il ruolo della chimica nella loro vita). Non ci sono dubbi, infatti, sul motivo per cui l’autore ha deciso di raccontare la vicenda: basta leggere le ultime tre righe.

STRATEGIE DI LETTURA

4 STILE
IL PUZZLE DELLA STORIA

p. 41

6 ELEMENTI CHIAVE
IO RACCONTO

p. 44

1 TRAMA
PIÙ DI UN RIASSUNTO

p. 36

2 PERSONAGGI
MA COME SEI CAMBIATA!

p. 38

3 TEMI
E QUINDI? CHE COSA MI RESTA?

p. 39

PERCHÉ LO HA SCRITTO

Quasi tutti considerano Primo Levi lo scrittore della Shoah, e non c’è dubbio che il suo romanzo più noto, Se questo è un uomo (vedi P. 533), e i memoriali in cui racconta l’orrore del nazismo siano le sue opere più famose. Si corre il rischio però di dimenticare che Primo Levi è stato prima di tutto un intellettuale e un uomo di grandi passioni: una fra tutte, la chimica.
Idrogeno è il secondo racconto della raccolta Il sistema periodico, pubblicata per la prima volta nel 1975. In essa, l’autore fa interagire le due grandi anime della sua intelligenza: la chimica e la letteratura. Ogni racconto, infatti, è dedicato (o forse meglio intitolato) a uno degli elementi della tavola periodica (dall’Argon al Carbonio). Nel loro insieme, la maggior parte dei testi raccolti fornisce un lungo racconto per tappe della formazione di chimico e di uomo di Levi; i rapporti con l’Italia fascista e con la Shoah, pur presenti (per esempio in Fosforo), non sono quindi l’aspetto e l’argomento dominante.
In questo racconto, in particolare, i primi passi nella chimica vengono vissuti come una grande avventura, una prima potente presa di consapevolezza del proprio destino e dei propri interessi. Primo Levi si racconta come studente sottoposto a un sistema scolastico che non lo appassiona: così cerca da solo (anzi: con l’aiuto di Enrico) un modo per sentirsi parte di qualcosa di molto più grande e importante. L’idrogeno che alla fine del racconto riesce a separare dall’acqua attraverso l’idrolisi è lo stesso che brucia nel sole e nelle stelle (r. 184), componente di un universo immensamente più grande e per questo affascinante.