I personaggi di solito non parlano allo stesso modo e si esprimono diversamente a seconda del contesto in cui sono inseriti, delle loro emozioni nel momento e del conflitto in cui sono coinvolti. Il dialogo ha una funzione dinamica: alla fine di uno scambio di battute, i personaggi non sono mai allo stesso punto di prima, c’è sempre un avanzamento nel racconto. Anche le chiacchiere più oziose possono contenere dettagli o indizi che gettano luce sui personaggi o sulla trama. CONTENUTI Scrittori e scrittrici di norma annotano conversazioni interessanti ascoltate da sconosciuti per poi usare questi materiali nei loro racconti. Nella loro forma finale, tuttavia, tali materiali sono di solito rielaborati; i dialoghi si limitano a emulare il parlato, non lo riproducono fedelmente. Lo scrittore cerca di avvicinarsi al “suono” reale delle conversazioni, ma senza eccedere in interiezioni come “uhm”, “ehm” e colpi di tosse. Le persone non parlano come i libri: si mangiano le parole, si interrompono e riformulano ciò che hanno appena detto. Quando trasferisce le loro battute sulla pagina, chi scrive riordina la struttura del testo, ritoccandolo e revisionandolo per renderlo leggibile. EMULAZIONE DEL PARLATO I dialoghi molto lunghi rallentano il ritmo della storia. Nei suoi racconti di guerra, Beppe Fenoglio (vedi ) usa dialoghi scarni, essenziali, ritmati per creare la tensione narrativa adatta a un conflitto mondiale. Perfino i dialoghi di Jane Austen (vedi ), che descrive un periodo storico ben diverso e personaggi di tutt’altra estrazione sociale, risultano essere costituiti da periodi brevi e scambi di battute rapidi. Di rado i dialoghi contengono parole o informazioni inutili. Lo scopo di un dialogo è arrivare il prima possibile al nocciolo della questione, all’informazione essenziale, al punto in cui i personaggi decidono e agiscono, permettendo al racconto di proseguire. BREVITÀ ED ESSENZIALITÀ P. 147 P. 490 A QUALI STRATEGIE SI COLLEGA? Ma come sei cambiata! p. 38 Il puzzle della storia p. 41 Lettura – L’autobiografia 2. 4. Come parlano i dialoghi p. 231 Mille sfumature p. 238 Lettura – Il realistico 6. 10. Ombre lunghe p. 392 Lettura – Il fantastico 4. Pronto, chi parla? p. 409 Scrittura – Il fantastico 5. Costellazione dei personaggi p. 560 Lettura – Leggere romanzi 3. STILE 14. Pensieri dei personaggi Se chi scrive riporta i pensieri dei personaggi, permette a chi legge di percepire i loro dubbi e le loro emozioni. Si ha un monologo (dal tardo greco , “che parla solo”, composto da -, “solo”, e - , “discorso) quando un personaggio pensa e parla a lungo tra sé e sé, addirittura arrivando a immaginare le battute di un ipotetico interlocutore. Ci sono tre modi per rappresentare i pensieri dei personaggi: il monologo interiore, il soliloquio e il flusso di coscienza. monólogos mono lógos