T E C NIC HE ( P. 490) ha usato per la prima volta questa tecnica in Ragione e sentimento, e l ha perfezionata nei romanzi successivi. La scrittrice assume il punto di vista dei vari personaggi che parlano, senza dire chi sono, ma il lettore in grado di identi carne la voce, perch riconosce lo stile e la psicologia di ogni personaggio. una forma pi adatta ai romanzi che ai racconti brevi, perch il lettore ha bisogno di molte pagine per prendere con denza con le voci dei vari personaggi. CONTENUTI I personaggi di solito non parlano allo stesso modo e si esprimono diversamente a seconda del contesto in cui sono inseriti, delle loro emozioni nel momento e del con itto in cui sono coinvolti. Il dialogo ha una funzione dinamica: alla ne di uno scambio di battute, i personaggi non sono mai allo stesso punto di prima, c sempre un avanzamento nel racconto. Anche le chiacchiere pi oziose possono contenere dettagli o indizi che gettano luce sui personaggi o sulla trama. EMULAZIONE DEL PARLATO Scrittori e scrittrici di norma annotano conversazioni interessanti ascoltate da sconosciuti per poi usare questi materiali nei loro racconti. Nella loro forma nale, tuttavia, tali materiali sono di solito rielaborati; i dialoghi si limitano a emulare il parlato, non lo riproducono fedelmente. Lo scrittore cerca di avvicinarsi al suono reale delle conversazioni, ma senza eccedere in interiezioni come uhm , ehm e colpi di tosse. Le persone non parlano come i libri: si mangiano le parole, si interrompono e ri- stile formulano ci che hanno appena detto. Quando trasferisce le loro battute sulla pagina, chi scrive riordina la struttura del testo, ritoccandolo e revisionandolo per renderlo leggibile. BREVITÀ ED ESSENZIALITÀ I dialoghi molto lunghi rallentano il ritmo della storia. Nei suoi racconti di guerra, Beppe Fenoglio ( P. 147) usa dialoghi scarni, essenziali, ritmati per creare la tensione narrativa adatta a un con itto mondiale. Per no i dialoghi di Jane Austen ( P. 490), che descrive un periodo storico ben diverso e personaggi di tutt altra estrazione sociale, risultano essere costituiti da periodi brevi e scambi di battute rapidi. Di rado i dialoghi contengono parole o informazioni inutili. Lo scopo di un dialogo arrivare il prima possibile al nocciolo della questione, all informazione essenziale, al punto in cui i personaggi decidono e agiscono, permettendo al racconto di proseguire. A QUALI STRATEGIE SI COLLEGA? Lettura L autobiogra a 2. Ma come sei cambiata! 4. Il puzzle della storia p. 38 p. 41 Lettura Il realistico 6. Come parlano i dialoghi 10. Mille sfumature p. 231 p. 238 Lettura Il fantastico 4. Ombre lunghe p. 392 Scrittura Il fantastico 5. Pronto, chi parla? p. 409 Lettura Leggere romanzi 3. Costellazione dei personaggi p. 560 14. Pensieri dei personaggi Se chi scrive riporta i pensieri dei personaggi, permette a chi legge di percepire i loro dubbi e le loro emozioni. Si ha un monologo (dal tardo greco mon logos, che parla solo , composto da mono, solo , e -l gos, discorso) quando un personaggio pensa e parla a lungo tra s e s , addirittura arrivando a immaginare le battute di un ipotetico interlocutore. Ci sono tre modi per rappresentare i pensieri dei personaggi: il monologo interiore, il soliloquio e il flusso di coscienza. 594