MONOLOGO INTERIORE È una delle forme del monologo. Registra i pensieri del personaggio in discorso diretto libero (vedi TECNICA 13, P. 593), cioè senza verbi come “pensare” o simili, e spesso anche senza virgolette. A differenza del soliloquio (vedi), il monologo interiore non è strutturato come un discorso, ma allinea le frasi seguendo l’immediatezza e il disordine tipici dei nostri processi mentali.
SOLILOQUIO È la forma tradizionale del monologo: si ha quando un personaggio parla con la propria coscienza, con la propria anima. «Essere o non essere, questo è il dilemma», nell’Amleto di Shakespeare, è un esempio di soliloquio. Ci sono personaggi presenti sulla scena, ma Amleto li ignora, parla con sé stesso.
FLUSSO DI COSCIENZA È un monologo interiore particolarmente disordinato. È caratterizzato da un linguaggio frammentato, da salti temporali e associazioni libere, e riflette il modo in cui la mente umana lavora realmente. Può essere più difficile da seguire per lettori e lettrici, ma offre una rappresentazione più autentica della psiche del personaggio.