SENTIRE IL MONDO

Malalaka

Luogo: Madagascar (isola al largo della costa meridionale dell’Africa)
Popolazione: Zafimaniry

Maurice Bloch è un antropologo francese naturalizzato britannico, che ha condotto ricerche in diverse aree del Madagascar a partire dagli anni Settanta del secolo scorso. Ha vissuto a lungo fra gli Zafimaniry, una popolazione che abita le regioni montuose a sud-est di Ambositra (Madagascar), di cui analizza il concetto di paesaggio, concentrandosi in particolare su una profonda emozione nativa che in lingua zafimaniry si dice malalaka.
Gli Zafimaniry sono orticultori itineranti, coltivano granturco, fagioli e taro (un tubero simile alla patata). Vivono in una stretta striscia di foresta di montagna a circa 1400 metri di altitudine. La foresta che deve essere attraversata per andare da un villaggio all’altro, o per andare a un campo, avviluppa spesso in modo oppressivo, è scura, nebbiosa, per la maggior parte del tempo nascosta dalla bruma, nella pioggia e nelle nuvole che avvolgono la vegetazione per gran parte del giorno riducendo la visibilità a pochi metri. Per questo nei loro itinerari, soprattutto nel passaggio in punti più alti dei sentieri, fuori dal fitto della foresta, sulla cima di una collina da cui si riesce a vedere lontano, quando è bel tempo, gli Zafimaniry si fermano ammirando con entusiasmo la malalaka, cioè la “chiarità” (come gli antropologi usano tradurre in italiano questo termine che non ha equivalenti nella nostra lingua).
La malalaka è una forte emozione sensoriale che deriva da una percezione del paesaggio: la limpidezza dell’orizzonte, la spaziosità, la possibilità dello sguardo di arrivare quasi all’infinito, la capacità di elencare le colline e le montagne visibili in lontananza. Le ricerche antropologiche di Maurice Bloch hanno evidenziato che questa emozione sensoriale è uno degli aspetti più importanti della cultura zafimaniry. Essa infatti è connessa, per esempio, alla delicata situazione di guarigione da una malattia: una persona che si sta guarendo, in zafimaniry, si dice che sta diventando “chiara”, si sta “chiarendo”, sta tornando limpida.
La migliore medicina nativa contro molte malattie è un legno, chiamato fanazava, parola che letteralmente significa “ciò che rende chiaro”. Analogamente, quando si vuole mostrare rispetto e ammirazione a una persona che parla con un registro linguistico tradizionale e autorevole, si dovrebbe interporre la parola mazavai, che significa “chiaro”. Una profonda emozione legata a una percezione puramente sensoriale dello spazio, della bellezza di un orizzonte limpido e aperto che si ammira dalla cima di una collina, diventa per questa cultura l’elemento chiave per esprimere concezioni complesse della vita, codici etici ed estetici legati al corpo, alla malattia, alla guarigione, al rispetto e all’autorevolezza.

ORIENTARSI

Hai mai visto un paesaggio così bello di fronte al quale hai provato un’emozione non esprimibile a parole?