ESEMPIO: può essere statisticamente dimostrato che la probabilità di avere un incidente grave è molto più alta in automobile che in aereo, eppure molte persone hanno una percezione esattamente contraria e si rifiutano di volare per paura di un evento avverso.
Le percezioni del rischio, e quindi i comportamenti che si mettono in pratica in base a esse, possono determinare una maggiore o minore vulnerabilità all’evento estremo, cioè una maggiore o minore predisposizione a rimanerne più colpiti.
Come si generino queste percezioni è un problema molto complesso in antropologia e vi sono numerosi studi e teorie differenti. Il punto più importante da sottolineare è che tutti i fattori principali di una cultura (credenze, istituzioni politiche, forme economiche, relazioni familiari e così via) influiscono sulle percezioni di rischio e dunque l’antropologia, che studia proprio questi fattori culturali, ha una grande rilevanza nei seguenti aspetti:

  • comprendere il comportamento delle persone prima e dopo un’emergenza;
  • compiere una comunicazione efficace del rischio;
  • tentare di diffondere pratiche per la riduzione della vulnerabilità.

vulnerabilità: possibilità, per qualcuno o per qualcosa, di subire un danno più o meno grave in conseguenza di una data situazione/evento.


L’AUTRICE – MARY DOUGLAS

Mary Douglas (1921-2007), nome di nascita Margaret Mary Tew, nasce a Sanremo, in Italia. All’età di dodici anni, dopo la scomparsa di sua mamma, viene cresciuta dai nonni materni in Inghilterra. Studia antropologia all’università di Oxford fino al 1943, dove interrompe gli studi per servire come volontaria durante la Seconda guerra mondiale e lavorare presso l’ufficio coloniale del governo britannico per poi laurearsi nel 1948. Consegue il dottorato in antropologia nel 1951, svolgendo la sua ricerca etnografica tra la popolazione Lele del Kasai con la supervisione dell’antropologo Evans-Pritchard. Diventa professore associato all’University College di Londra, e vi rimane fino al 1978 per poi trasferirsi negli Stati Uniti, dove ottiene la cattedra in antropologia e religioni alla Northwestern University di Chicago. Muore a Londra nel 2007. I suoi lavori sull’analisi comparata delle religioni, sulla teoria culturale del rischio e sul simbolismo, tra cui ricordiamo Purezza e Pericolo (1966), hanno attirato molti lettori al di fuori dell’antropologia, nonché ammirazione e controversie al suo interno.

1921 Nasce a Sanremo, Italia
1951 Consegue il dottorato in antropologia all’università di Oxford
1966 Pubblica Purezza e Pericolo
1978 Ottiene la cattedra in antropologia e religioni alla Northwestern University di Chicago
2007 Muore a Londra

Mary Douglas

2.2 IL PARADIGMA DELL’INELUTTABILITÀ

L’arcipelago indonesiano, fra le isole di Giava e Sumatra, è uno splendido ambiente naturale fatto di lussureggianti foreste e vulcani che si alternano a praterie di eucaliptus e sconfinate distese di campi di riso. L’Oceano Indiano e le acque dei vari mari interni che lambiscono le coste dell’arcipelago, come il Mar Cinese Meridionale e il Mar delle Andamane, non sono percepiti dagli indigeni come elementi separatori o barriere, ma, al contrario, costituiscono il tessuto vivo di connessione fra le isole, che ha consentito per millenni contatti, scambi e commerci. Un mosaico di etnie – tra cui i Gayo, i Rejang e i Lampong di Sumatra, i Toraja di Sulawesi, i Dayak del Borneo – di credenze, di festività e di rituali è attraversato da rapidi quanto radicali processi di modernizzazione e mutamento socioeconomico.

Cartina geografica dell'Indonesia e delle aree circostanti, con dettagli dei principali mari, isole e città. Sono evidenziate le isole maggiori: Sumatra, Giava, Borneo, Sulawesi e Nuova Guinea, insieme a città come Giacarta, Bandung e Surabaya. Sono presenti anche indicazioni di mari circostanti, come il Mar di Giava, il Mar di Celebes e il Mar di Banda. La mappa include confini nazionali e l'Equatore.
Cartina dell’Indonesia.