Nel romanzo Microcosmi, dello scrittore Claudio Magris, la descrizione dell’ambiente è elaborata in maniera minuziosa e raffinata. I dettagli, naturali e non, fanno da potente sfondo a diverse vicende umane ma anche del mondo animale, vegetale e minerale.
Dove comincia la foresta? Le porte sono invisibili, eppure si avverte chiaramente quando si aprono e si richiudono, quando si è dentro o fuori dal bosco, a prescindere dal fatto d’essere circondati o meno dagli alberi. Un ingresso, forse soggettivo, è la radura di Pomočnjaki1, che vuol dire “molto umido”, a fianco della strada – una “gozdna cesta2”, via boschiva, che non garantisce la viabilità – che collega la piana di Padežnica3, là dove cade molta neve, le due case di Mirine e le radure di Grčovec, con i suoi alberi nodosi indicati dal nome, e di Travni dolci4, ricca d’erbe, prima di ricongiungersi a quella principale, si fa per dire, che sale verso la vetta.
Nella radura di Pomočnjaki un mattino il sole appena sorto aveva creato per pochi secondi, con il vapore che si alzava dal prato, una perfetta cattedrale di luce, una forma che saliva assottigliandosi sino a culminare in una cuspide; la porta, un grande portale gotico, era un pulviscolo luminoso, una cortina splendente e spessa, che celava il bosco retrostante. La figura seduta accanto nell’erba, vicina in quell’ora e negli anni, si era alzata dal prato ai margini della foresta – dov’eravamo stati entrambi ad attendere che le cose emergessero dal buio, emergere preannunciato dall’inconfondibile odore dell’alba, o che la stella del mattino si spegnesse proprio in cima all’abete rosso di fronte, subito dopo invisibile in quello scintillio – e si era incamminata lentamente verso e oltre quella porta di luce, entrando e svanendo nella chiarità impenetrabile, sottratta allo sguardo. […] Comunque, là, oltre la porta di quella cattedrale subito dissolta, si apriva la foresta, altre volte pronta a escludere chi l’attraversa, a indurlo a sentirsi estraneo al bosco fitto che pur lo circonda. […] Quelle radure erano una storia condivisa, con gli anni diventavano quasi i lineamenti del volto e il colore dei pensieri e dei sentimenti; certo un paesaggio amoroso, perché era più facile, nelle albe, amare il viso vicino che emergeva puro dal buio. In quell’ombra non si era nessuno e così, spogli d’ogni meschinità personale, era facile amare, perché niente si frapponeva fra l’amore e la vita, che invece gli pone così spesso davanti ostacoli, insidie e trappole come quelle che i cacciatori tendono alla selvaggina.
C. Magris, Microcosmi, Garzanti, Milano 1997, pp. 101-102
1. Pomočnjaki: radura del Monte Nevoso, in Slovenia.
2. gozdna cesta: in lingua slovena.
3. Padežnica: località in Slovenia.
4. Mirine… Travni dolci: località in Slovenia, nella zona del Monte Nevoso.