2. I CLASSICI

Fotografia in bianco e nero di Alexanderplatz alla fine dell’Ottocento, affollata di carrozze trainate da cavalli e pedoni. A sinistra, ci sono edifici con insegne visibili, mentre sulla destra si nota una statua su un piedistallo e l'insegna Taxameter. Sullo sfondo, ci sono un ponte sopraelevato e una torre con un orologio.
Alexanderplatz, a Berlino, in una foto del 1880 circa.

Il periodo classico della sociologia si sviluppa tra l’ultimo decennio dell’Ottocento e gli anni Venti del Novecento e costituisce la fase in cui alcuni tra i primi sociologi elaborano le basi concettuali e metodologiche per l’affermazione dell’autonomia della disciplina.
I principali sociologi appartenenti a questo periodo sono Émile Durkheim, Max Weber, Georg Simmel e Vilfredo Pareto.
Durkheim ebbe un ruolo fondamentale per aver riconosciuto la società come un’entità astratta superiore all’individuo. Weber considerò la società come la somma delle azioni individuali, che possono seguire differenti logiche. Simmel fu il primo sociologo a occuparsi di alcune caratteristiche della vita moderna, come la vita nelle metropoli, la moda e il denaro. Pareto, rappresentante insieme a Gaetano Mosca e Roberto Michels della corrente teorica elitista, concentrò il proprio lavoro sui meccanismi politici degli Stati moderni, mettendo in luce le dinamiche che coinvolgono la sfera politica e le élite rispetto al popolo.