2. Locke e la formazione del gentleman 2.1 I PENSIERI SULL’EDUCAZIONE Considerato uno dei precursori dell’Illuminismo, John Locke | vedi , p. 183 | non è solo noto per essere stato il padre dell’ e del liberalismo, ma anche per aver elaborato un nuovo modello formativo. Locke condensa la sua concezione pedagogica nei , scritti durante il suo esilio politico in Olanda e pubblicati nel 1693. L’opera raccoglie le , per rispondere alla richiesta dell’amico di avere consigli per l’educazione del figlio. Non siamo davanti a un’opera programmata, ma non per questo si tratta di un testo improvvisato. Locke riversa in queste lettere tutta la sua e decide di pubblicarle, senza particolari modifiche, perché ritiene che possano venire incontro alle richieste di altri gentiluomini che si erano rivolti a lui per avere lumi sul modo di educare i propri figli. Se Comenio mira all’educazione universale di tutti gli uomini, Locke, invece, sceglie di rivolgersi a una . Infatti, nei , il filosofo inglese si propone di educare il e nel far questo non ha in mente il rampollo della vecchia aristocrazia, ma l’esponente della nuova classe dirigente, uscita dalla rivoluzione liberale, nello | vedi , p. 184 | inglese. Siamo davanti al gentiluomo impegnato nel commercio, nella finanza e nell’industria, che nel caso in cui non possa vantare nobiltà di sangue, ha spirito d’iniziativa e dispone di mezzi economici e culturali adeguati ad affermarsi nella società. Locke immagina un condotto . È ben consapevole dei limiti dell’educazione privata, ma ritiene che siano ampiamente superati dai pregi: L’AUTORE empirismo Pensieri sull’educazione lettere scritte da Locke a Lord Clarke of Chipley esperienza come precettore precisa categoria sociale Pensieri sull’educazione gentleman inglese Stato APPROFONDIAMO percorso formativo sotto la guida della figura paterna e di un precettore privato Educato fuori casa, il fanciullo diventa – è vero – più ardito e più capace di muoversi e di sbrogliarsi tra gli altri ragazzi della sua età; ed inoltre l’emulazione fra compagni infonde spesso nel giovanetto maggior vivacità e diligenza. [… Ma] a quella baldanza e a quella mentalità che i giovanetti acquistano a scuola tra i loro compagni di gioco, è mescolata di solito una tal turbolenza e una tale malintesa presunzione, che bisogna poi far loro dimenticare questi modi di trattare, sconvenienti e volgari, e toglier loro quella vernice, se si vuol far posto a principi migliori e a quelle maniere che ne facciano veramente degli uomini degni. Chi consideri quanto l’arte di saper vivere e di regolar bene i propri affari – come si conviene ad un uomo – sia diametralmente opposta alle abitudini di sfrontatezza, malizia e prepotenza apprese dai compagni di scuola, si persuaderà che a questi belli acquisti sono mille volte da preferirsi i difetti di un’educazione privata; e deciderà di tener a casa il proprio figlio per non fargli perdere l’innocenza e la modestia, virtù che più si approssimano e sono più affini a quelle necessarie per farne un uomo saggio e utile. J. Locke, , La Nuova Italia, Firenze 1946, pp. 80-81. Pensieri sull’educazione radici delle parole termine che deriva dalla parola greca , che significa “esperienza”, ed è usato per designare la corrente filosofica, nata in Inghilterra nella seconda metà del Seicento, secondo la quale la conoscenza deriva dall’esperienza e dai sensi. L’empirismo si sviluppa in contrapposizione al razionalismo, per cui, in luogo del ragionamento deduttivo a priori, privilegia la logica induttiva a posteriori, fondata sull’osservazione del mondo, su un approccio al sapere pratico e sperimentale. empirismo: empeiría Consulta il Vocabolario Treccani