Per Fröbel, infatti, l’intervento educativo deve anche favorire la formazione della volontà del soggetto, permettendo al fanciullo di acquisire la consapevolezza che tutte le cose sono riconducibili a Dio e che il mondo è una creazione divina. In questa direzione egli incoraggia anche ad alimentare il senso religioso del fanciullo che va guidato, a partire dal contesto familiare, a percepirsi come parte dell’umanità e di tutto il creato.
Inoltre, Fröbel sottolinea l’importanza del sentimento nazionale, che connette direttamente alla vita religiosa dell’individuo e presenta come presupposto essenziale per un’autentica educazione dell’uomo, in quanto la nazione rappresenta la proiezione storica dell’idea stessa di Dio: quindi egli stabilisce uno stretto collegamento tra l’identità nazionale, quella di cristiano e di essere umano.

2.3 IL GIOCO INFANTILE E I KINDERGARTEN
La più importante traduzione pratica dei principi teorici di Fröbel è rappresentata dal sistema di educazione infantile dei “giardini d’infanzia” (Kindergarten), che il pedagogista tedesco ha modo di sperimentare a Blankenburg.
La nuova istituzione creata da Fröbel è indirizzata ai bambini di tutte le classi sociali di età compresa fra 3 e 6 anni. Il giardino d’infanzia mira alla libera e spontanea crescita del fanciullo – che è paragonato a una pianta da far fiorire (da qui l’origine della denominazione dell’istituzione) – attraverso attività ed esercizi ordinati e graduati in base agli stadi di sviluppo fisico e cognitivo dell’infanzia. L’attività predominante è il gioco, che non è concepito da Fröbel come una forma di sterile divertimento, ma come una spontanea attività creatrice, che permette al bambino di manifestare la propria personalità, di stabilire rapporti con gli altri, di cogliere in maniera intuitiva l’essenza della realtà esterna e i principi che la regolano:
T2
F.W. Fröbel,
Il prodotto più puro della vita infantile: il gioco
p. 327