I GRANDI TEMI – Il ruolo del discente

In questa sezione avrete l’opportunità di riflettere, insieme alla vostra classe, sulle caratteristiche di chi è il soggetto nel processo di apprendimento e sul ruolo da questo agito all’interno del processo stesso, un ruolo che ha ottenuto una diversa considerazione nelle differenti epoche storiche e nei vari autori che si sono occupati di pedagogia.

ORIENTARSI – EDUCAZIONE CIVICA • COSTITUZIONE

LEGGI, RIFLETTI, CONFRONTATI

Con l’aiuto dell’insegnante, create gruppi di 4 o 5 alunni; in ogni gruppo, leggete i brani proposti e rispondete alle domande, prima individualmente e poi scambiandovi impressioni e opinioni. Scrivete poi le vostre risposte. Se pensate possa esservi utile, potete ricercare in rete qualche altra informazione sugli argomenti trattati.
In un momento successivo, con il resto della classe, per ogni lettura, condividete quanto da voi scritto e cercate possibili sintesi, qualora vi fossero posizioni lontane tra loro.

TESTO NARRATIVO

Io andavo male a scuola

Nel romanzo Diario di scuola, l’affermato scrittore francese Daniel Pennac espone, anche con toni forti e incisivi, il punto di vista di uno studente che vive quotidianamente con grande difficoltà il rapporto con l’istituzione scolastica. Un punto di vista particolare e personale, quello di un allievo “somaro”, di uno scolaro che a scuola va male.

Insomma, andavo male a scuola. Ogni sera della mia infanzia tornavo a casa perseguitato dalla scuola. I miei voti sul diario dicevano la riprovazione dei miei maestri. Quando non ero l’ultimo della classe, ero il penultimo (evviva!). Refrattario dapprima all’aritmetica, poi alla matematica, profondamente disortografico, poco incline alla memorizzazione delle date e alla localizzazione dei luoghi geografici, inadatto all’apprendimento delle lingue straniere, ritenuto pigro (lezioni non studiate, compiti non fatti), portavo a casa risultati pessimi che non erano riscattati né dalla musica né dallo sport né peraltro da alcuna attività parascolastica.
“Capisci? Capisci o no quello che ti spiego?”
Non capivo. Questa inattitudine a capire aveva radici così lontane che la famiglia aveva immaginato una leggenda per datarne le origini: il mio apprendimento dell’alfabeto. Ho sempre sentito dire che mi ci era voluto un anno intero per imparare la lettera a. La lettera a, in un anno. Il deserto della mia ignoranza cominciava al di là dell’invalicabile b. […]