- Che cosa pensi della “regola negativa” proposta da Herbart in educazione?
- Qual è, secondo l’autore, il ruolo dell’educatore?
Il soggetto è attivo nel processo educativo
Nel seguente brano John Dewey, filosofo e pedagogista statunitense, sottolinea il ruolo “attivo” del soggetto nel processo di apprendimento, a tal punto da definire «accidentale e arbitrario» un processo educativo che non intercetti la struttura psichica, le attività, gli «istinti e i poteri del fanciullo».
Il processo educativo ha due aspetti, l’uno psicologico e l’altro sociologico, e nessuno dei due può venire subordinato all’altro o trascurato senza che ne conseguano cattivi risultati. Di questi due aspetti quello psicologico è basilare. Gli istinti e i poteri medesimi del fanciullo forniscono il materiale e danno l’avvio a tutta l’educazione. Se gli sforzi dell’educatore non si riallacciano a qualche attività che il fanciullo compie di sua propria iniziativa indipendentemente dall’educatore stesso, l’educazione si riduce a una pressione dall’esterno. Essa può dare dei risultati esterni, ma non può essere veracemente chiamata educativa. Senza una penetrazione della struttura e delle attività psichiche dell’individuo il processo educativo sarà, perciò, accidentale e arbitrario. Se coincide fortuitamente coll’attività del fanciullo, ne verrà stimolato; altrimenti risulterà in un ostacolo o in un agente di disintegrazione o di arresto della natura del fanciullo.
Tratto da John Dewey, Il mio credo pedagogico, in Id., Il mio credo pedagogico. Antologia di scritti sull’educazione, [1897], tr. it., La Nuova Italia, Firenze, 2004, p. 3.