Attraverso lo Statuto vengono sostituite le vecchie norme che fino ad oggi regolavano la disciplina nella scuola, benché ampiamente superate e per questo di fatto non più applicate. Con le nuove norme, superando sanzioni come l’espulsione, si chiede alla scuola di prendersi carico dei propri studenti e si sottolinea la finalità educativa della sanzione, della responsabilità individuale, della trasparenza e proporzionalità della sanzione, della riparazione del danno. È sempre possibile chiedere la conversione della sanzione nello svolgimento di attività a favore della scuola. Nel momento in cui si introducono principi innovativi e si affida alle scuole il compito di tradurli nella propria realtà, è necessario individuare delle norme di tutela. Per questo sia all’interno di ogni istituto sia a livello provinciale sono istituiti organismi di mediazione e di garanzia ai quali ci si può rivolgere qualora si ritenga che lo Statuto sia stato violato. I provveditorati agli studi (oggi Uffici Scolastici Provinciali, ndr) sono impegnati a verificare l’applicazione dello Statuto attraverso un monitoraggio che ha il duplice scopo di conoscere la situazione e di spingere tutte le scuole ad applicare integralmente lo Statuto».

Tratto da archivio.pubblica.istruzione.it

I DIRITTI DEGLI STUDENTI

«Cominciamo da quello che è più caro ai ragazzi: i diritti degli studenti. A partire da quello ad una formazione culturale e professionale qualificata. Non una formazione standard, ma che tenga conto, anche attraverso l’orientamento, dell’identità di ciascuno di loro e che sia aperta alla pluralità delle idee. In altre parole: a differenza della legge, la formazione non è uguale per tutti ma deve rispettare e valorizzare le capacità, le inclinazioni e le idee di ogni studente, garantendo la possibilità di formulare richieste, di sviluppare temi liberamente scelti e di realizzare iniziative autonome. Con questo concetto, il legislatore vuole che a scuola ci siano delle “teste pensanti” e non solo dei ragazzi da sottoporre ad un esame. Non a caso, nel decreto del presidente della Repubblica si stabilisce anche che, tra i diritti dello studente, c’è anche quello alla partecipazione attiva e responsabile alla vita della scuola. La sua presenza, dice il decreto, non deve essere passiva ma stimolata al dialogo costruttivo, nel rispetto dei regolamenti delle singole scuole. Un dialogo tra dirigenti, docenti e studenti mirato a definire – ciascuno all’interno delle proprie competenze – gli obiettivi didattici, l’organizzazione della scuola, i criteri di valutazione, la scelta dei libri e del materiale didattico. A proposito di valutazione: i diritti dello studente includono quello ad una valutazione trasparente e tempestiva che punti all’autovalutazione del ragazzo e a far sì che individui punti di forza e punti di debolezza. Che lo faccia crescere, insomma, e non gli faccia perdere l’autostima.
Gli studenti hanno diritto a dire la loro attraverso una consultazione nel caso in cui si debba prendere una decisione rilevante sull’organizzazione della scuola.