14. PEDAGOGIA E SCUOLA DEL POSITIVISMO ITALIANO

Giuseppe Costantini, La scuola del villaggio. Interno di una scuola rurale ottocentesca con numerosi bambini impegnati in varie attività scolastiche. Al centro un ragazzo scrive su una lavagna sotto lo sguardo dell’insegnante, che lo osserva piegato in avanti con una bacchetta in mano. A sinistra alcuni scolari siedono a un tavolo, mentre uno è a terra in ginocchio con un cappello da asino. A destra altri bambini chiacchierano o leggono su una panca. La stanza è semplice, con muri spogli, materiali sparsi a terra e oggetti come carte geografiche e un’anfora appesi alla parete.
Questo dipinto (La scuola del villaggio, opera di Giuseppe Costantini del 1870) ci restituisce l’immagine di una scuola di campagna a fine Ottocento. Nell’Italia post-unitaria l’analfabetismo rappresenta un’emergenza e la situazione della scuola, in particolar modo nelle campagne, è problematica: le aule scolastiche sono spesso ricavate in ambienti di fortuna e allestite malamente, mentre gli alunni, per la maggior parte malvestiti e scalzi, dimostrano scarso interesse per le parole del maestro, la cui condizione giuridica ed economica è peraltro assai precaria.