LA VITA
È un poeta a noi noto soltanto per il testo Rosa fresca aulentissima (composto tra il 1231 e il 1250). Cielo (probabilmente diminutivo di Michele) d’Alcamo (o dal Camo) è il nome attribuito all’autore del testo da un filologo del Cinquecento, Angelo Colocci, in base a fonti a noi ignote. Comunque pare certo che fosse siciliano, visto che tale è da considerarsi la lingua del contrasto che Dante stesso, nel De vulgari eloquentia (I, 12, 6), cita come esempio di siciliano, ma non di siciliano “illustre”, bensì “umile”. Benché sia impossibile – se non in base al suo scritto – stabilirne la personalità, si tratta certamente di uno dei rappresentanti più significativi della poesia popolareggiante nell’ambito della Scuola siciliana, ed era molto probabilmente vicino alla Magna Curia di Federico II.
L'unico componimento a noi noto di Cielo d'Alcamo è il celebre Rosa fresca aulentissima.
LE OPERE
Rosa fresca aulentissima è un mimo, un dialogo realistico in forma di contrasto, tra l’amante che incalza e la donna che, prima sdegnosa, alla fine cede alle sue avances.
T8 Rosa fresca aulentissima
Cielo d’Alcamo
Dalle origini al Cinquecento
Roberto Carnero, Giuseppe Iannaccone
Treccani Giunti TVP, 2025
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