Dalla corte di Federico II alla Toscana
Si definiscono “siculo-toscani” i poeti che operano in Toscana nella seconda metà del Duecento, e che prendono a modello la produzione dei Siciliani, poi sviluppata in modo innovativo.
Siculo-toscani o toscano-siculi?
La definizione di “siculo-toscani” lascia intendere che, pur essendo toscani, questi autori ripropongono, con alcune variazioni, i modelli della lirica siciliana, tanto che il discorso su di loro potrebbe anche costituire l’ultimo capitolo di una trattazione sulla Scuola siciliana. Più di recente, alcuni studiosi hanno invece proposto di ribaltare la prospettiva, chiamandoli “siculo-toscani”, per evidenziare, oltre allo stretto legame con la loro regione d’origine, anche il fatto che essi, pur avendo come modello la produzione in versi della corte di Federico II, tentano comunque con decisione e una certa dose di innovazione il distacco da quel modello, avviando la sperimentazione di forme relativamente autonome. Noi, tuttavia, in omaggio alla definizione più nota, continueremo a chiamarli “siculo-toscani”.
L’influenza della Scuola siciliana si estende fino alla Toscana.
Dalle origini al Cinquecento
Roberto Carnero, Giuseppe Iannaccone
Treccani Giunti TVP, 2025
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