Lo stile
Uno stile concreto e diretto
Il linguaggio è spoglio e aspro, privo di ornamenti e di ricercatezze. È una lingua molto concreta, tutta incentrata su cose e fatti, e in ciò assai espressiva e tendente all’enfasi, come si evidenzia dall’ampio uso di esclamazioni (Ahi lasso, v. 1), apostrofi (Deo, com’hailo…, v. 14; A voi, che siete ora in Fiorenza, dico, v. 67), interrogative retoriche (or quale dia / fu mai tanto crudel dannaggio audito?, vv. 12-13; E ciò li ha fatto chi?, v. 35), iperboli (che morto no l’ha già corrotto e pianto, v. 4; ’l pregio quasi è già tutto perito, v. 10; ennantir sì, che ’l piagar quasi a morte, v. 40). Sotto tale aspetto la canzone rappresenta una novità nell’ambito della stessa produzione guittoniana. Evidentemente in questo caso l’autore scrive spinto dalla forza dei propri sentimenti e delle proprie emozioni, più che in virtù di un progetto esclusivamente letterario. Perciò non troviamo qui le complicazioni concettuali tipiche del resto della sua produzione.