LA VITA
Bonagiunta Orbicciani (ca 1220-1290) è vissuto a Lucca. In documenti che vanno dal 1242 al 1257 è attestata la sua attività di giudice e notaio.
Bonagiunta Orbicciani è autore di 38 componimenti ispirati a temi e forme siciliane.
LE OPERE
Di Bonagiunta ci sono stati tramandati 38 componimenti (sonetti, canzoni, ballate e discordi), che riprendono tutto il ventaglio tematico e stilistico della produzione siciliana (aulica, popolaresca, amorosa, sentenziosa).
Intorno a lui fiorì una piccola scuola poetica strettamente legata ai Siciliani. Dante, che lo giudica severamente nel De vulgari eloquentia (I, 13, 1), lo introduce nel canto XXIV del Purgatorio come rappresentante della generazione di poeti anteriore alla propria e lo istruisce sulla novità e sulla superiorità dello Stilnovo rispetto alla poesia dei Siciliani, di Guittone e sua.
T11 Voi, ch’avete mutata la mainera
Bonagiunta Orbicciani
Con questo sonetto siamo alle soglie dello Stilnovo, una corrente della quale i poeti siculo-toscani percepiscono la novità dirompente rispetto ai moduli letterari consolidati. E questa novità è da loro valutata negativamente, come avviene nel testo di Bonagiunta, indirizzato a un autore della nuova scuola, Guido Guinizzelli.
/ La polemica con Guinizzelli /
METRO Sonetto con schema di rime ABAB ABAB CDE CDE.
PARAFRASI e note
Voi, ch’avete mutata la mainera
de li piacenti ditti dell’amore
de la forma dell’esser là dov’era,
4 per avansare ogn’altro trovatore;
1-4 Voi che avete cambiato lo stile (mainera) degli eleganti componimenti amorosi (piacenti ditti dell’amore), modificando la loro natura (la forma dell’esser), per superare (avansare) ogni altro poeta (trovatore);
3 la forma dell’esser: secondo il critico Gianfranco Contini, in questa espressione si può ravvisare una satira del linguaggio della filosofia scolastica.
avete fatto come la lumera,
ch’a lo scuro partito dà sprendore,
ma non quine ove luce l’alta spera,
8 la quale avansa e passa di chiarore.
5-8 siete stati come la lucerna, che illumina la parte oscura, ma non qui (quine) dove risplende il sole (l’alta spera), che supera quanto a luminosità (di chiarore) ogni altro astro.
7 quine: è l’avverbio qui con ne epitetico (l’epitesi è l’aggiunta di un fonema non etimologico alla fine di una parola). l’alta spera: vi si è scorta tradizionalmente un’allusione a Guittone: Bonagiunta direbbe cioè che Guido Guinizzelli con la sua poesia può illuminare Bologna (lo scuro partito al v. 6), ma non la Toscana, dove già risplende l’astro del maestro d’Arezzo, cioè Guittone.
8 avansa e passa: i due verbi significano la stessa cosa (dittologia sinonimica).
E voi passat’ogn’om di sottigliansa,
e non si trov’alcun, che ben ispogna,
11 tant’è iscura vostra parlatura.
9-11 Invece (E) voi superate tutti in sottigliezza e non si trova nessuno che riesca a spiegare compiutamente (ben ispogna) il vostro discorso (parlatura), tanto esso è oscuro.
9 E: ha valore avversativo.