T14 Io voglio del ver la mia donna laudare

Guido Guinizzelli

È un componimento di lode della donna, nel quale il poeta celebra gli effetti salvifici del suo passaggio. L’autore elabora compiutamente i due temi centrali della poetica stilnovistica: la lode della donna amata e la forza interiore del sentimento d’amore.

/ Lode ed effetti miracolosi della donna /

METRO Sonetto con schema di rime ABAB ABAB CDE CDE.

PARAFRASI e note

Io voglio del ver la mia donna laudare
ed asembrarli la rosa e lo giglio:
più che stella diana splende e pare,
4 e ciò ch’è lassù bello a lei somiglio.

1-4 Io desidero lodare la signora del mio cuore (la mia donna) secondo verità (del ver) e paragonarle (asembrarli) la rosa e il giglio: appare luminosa (splende e pare) più della stella del mattino e paragono a lei ciò che c’è di bello lassù in cielo.


2 la rosa e lo giglio: la comparazione riguarda il gradevole colorito del volto, all’insegna di un’armoniosa combinazione di rosso e di bianco, ma anche i valori simbolici dei due fiori, rispettivamente sensualità e purezza.
3 stella diana: la “stella che reca il giorno” è il pianeta Venere, che appare in cielo all’alba.
4 ciò ch’è lassù bello: le altre stelle del cielo.

Verde river’a lei rasembro e l’âre,
tutti color di fior’, giano e vermiglio,
oro ed azzurro e ricche gioi per dare:
8 medesmo Amor per lei rafina meglio.

5-8 Le paragono una campagna (river’) verdeggiante e l’aria (âre), tutti i colori dei fiori, il giallo (giano) e il rosso intenso (vermiglio), l’oro, i lapislazzuli (azzurro) e le pietre preziose (ricche gioi) da donare (per dare): persino Amore diventa migliore (rafina meglio) per mezzo di lei.


6 giano: francesismo.

Passa per via adorna, e sì gentile
ch’abassa orgoglio a cui dona salute,
11 e fa ’l de nostra fé se non la crede;

9-11 Passa sulla via ornata e così gentile che diminuisce l’orgoglio in colui al quale rivolge il suo saluto (a cui dona salute) e lo converte alla nostra religione se già non è credente;

 


TRECCANI Le parole valgono

adorna A volte il bello non ci basta: pretendiamo di più e a una tavola, a un abito, ai capelli, all’albero di Natale aggiungiamo nastri, ornamenti, ghirlande, fiori, ricami, gioielli e decorazioni varie. Abbiamo così reso adorno ciò che non necessariamente era nudo o spoglio, ma che forse era di per sé già piacevole e leggiadro. → Ciò vale anche se usiamo quest’aggettivo in modo figurato, ma attenzione: se «rendere un animo adorno di ogni virtù» è un’azione degna di lode, usare un «linguaggio troppo adorno» può essere un’arma a doppio taglio. In quest’ultimo caso, quale sfumatura negativa può assumere adorno?


 
11 nostra fé: la fede cristiana.

e no∙lle pò apressare om che sia vile;
ancor ve dirò c’ha maggior vertute:
14 null’om pò mal pensar fin che la vede.

12-14 e non le si può avvicinare alcuno (om) che sia indegno (vile); inoltre vi dirò che ha un potere (vertute) ancor più grande: nessun uomo può concepire pensieri malvagi (mal pensar) finché la vede.

Miniatura medievale raffigurante un uomo e una donna in abiti riccamente decorati, in una scena di corteggiamento o dialogo. L'uomo, vestito con una tunica rossa e verde, tiene un foglio in mano, inclinando la testa con un gesto pensieroso o malinconico. La donna, vestita con un abito blu e un mantello dorato, posa con grazia, tenendo una mano sul cuore e l'altra sul fianco. Sopra di loro, due stemmi decorativi: a sinistra, sopra l’uomo, uno scudo blu con tre corni e a destra, sopra la donna, un elmo con ornamenti. Lo sfondo è decorato con un motivo a scacchi colorato ai bordi, tipico dell'arte medievale.
Gottfried von Neifen, miniatura dal Codice Manessiano, 1305-1340. Heidelberg, Biblioteca palatina.