LA POESIA COMICO-REALISTICA

I temi: piaceri della carne e realtà comunale

Anticonformismo e vitalismo

I contenuti della poesia comico-realistica si possono leggere quale sistematico rovesciamento del repertorio della poesia “alta”, attraverso un esibito atteggiamento anticonformistico e vitalistico dei suoi autori. È come se questi ultimi prendessero i componimenti degli Stilnovisti (ma anche dei poeti siculo-toscani, siciliani, provenzali) per rovesciarli attraverso una scherzosa parodia.

La poesia comico-realistica rovescia il repertorio della poesia "alta".

 


TRECCANI La definizione

anticonformismo e vitalismo Con anticonformismo si intende un atteggiamento di rifiuto nei confronti di una passiva accettazione delle idee, dei princìpi, degli usi e dei comportamenti convenzionali o comunque prevalenti nella mentalità corrente. Vitalismo significa invece manifestazione di vitalità, esuberanza, anche non necessariamente rivolta a un fine determinato, esaltazione dell’istinto vitale dell’essere umano. Spesso il vitalismo è una caratteristica dell’anticonformismo.


Da qui deriva per questi autori l’etichetta di “realistici”, poiché sembrano più aderenti alla realtà di quanto lo siano gli Stilnovisti, sebbene a loro volta ne operino, come tutti i poeti, una sostanziale trasfigurazione. In altre parole, anche in questo caso sarebbe ingenuo pensare a una totale coincidenza tra la realtà e la sua rappresentazione letteraria, tanto più che non ci troviamo in presenza di una poesia incolta, ingenua e immediata, bensì di uno specifico genere letterario.

Figure femminili lontane dai modelli dello Stilnovo

I Comico-realistici sembrano piuttosto insofferenti, per esempio, nei confronti degli aspetti più intellettuali e cerebrali tipici della poesia amorosa, con le sue idealità e il suo grado di astrazione. Perciò, in opposizione alla donna-angelo, qui troveremo figure femminili molto diverse: moralmente discutibili e sessualmente disponibili (soprattutto dietro un congruo esborso di denaro), anziché donne angelicate e specchi di virtù che tenevano a debita distanza il poe­ta-amante; non più dame d’animo nobile, dunque, ma donne rea­li e plebee, rappresentate nella loro concreta fisicità.

Le figure femminili sono moralmente discutibili e sessualmente disponibili. L’amore è infatti un’esperienza soltanto carnale.

Amore come lussuria

L’amore, che nello Stilnovo era un’esperienza intellettuale capace di avvicinare a Dio (Guido Guinizzelli) o alla conoscenza (Guido Cavalcanti), qui diventa erotismo molto concreto, lussuria e bramosia di possesso, anziché stimolo alla virtù e al miglioramento di sé. Se gli Stilnovisti esaltavano le gioie dello spirito, ora si celebrano i piaceri della carne: il sesso, il cibo, il vino, il gioco d’azzardo. Si tratta, insomma, della rivincita di quella dimensione materiale-corporea che veniva tenuta ai margini dalla poesia alta.

La predilezione per il brutto

C’è poi il gusto, bozzettistico e macchiettistico, di deridere, rappresentandoli in versi, personaggi (anche maschili ma soprattutto femminili) brutti e sgraziati e di descrivere modi, scene e passioni del mondo plebeo. E ci sono, infine, l’“improperio” e il “rinfaccio” (invettive e ingiurie) contro tutte quelle circostanze o quelle persone che impediscono il soddisfacimento dei propri desideri: la povertà, la cattiva sorte, i genitori troppo severi o troppo taccagni, le donne – vecchie o giovani – poco disposte a compiacere il poeta.

I personaggi hanno tratti e comportamenti plebei.

La turbolenta realtà comunale

L’intensa conflittualità politica che caratterizzava l’Italia del tempo, con le sue divisioni municipali, fornisce infine l’ultimo tema al repertorio dei Comico-realistici, ovvero quello politico-civile: l’odio di parte e l’attacco polemico agli avversari e a coloro che appartengono a fazioni nemiche, nell’ambito delle lotte tra guelfi e ghibellini.

I Comico-realistici rispecchiano la conflittualità politica del tempo.