Autobiografismo e invenzione

In passato, infatti, si tendeva a proporre un’interpretazione autobiografica dei contenuti della poesia di Cecco Angiolieri, mentre oggi si è più propensi invece a vedere in lui un poeta essenzialmente giocoso, che, inserendosi in una corrente letteraria preesistente e destinata a continuare dopo di lui (quella, appunto, della poesia comico-realistica), esagera volutamente in tono popolaresco i propri sentimenti, in polemica con l’idealizzazione stilnovistica.

T22 «Becchin’amor!». «Che vuo’, falso tradito?»

Cecco Angiolieri

In questo sonetto dialogato assistiamo allo scontro verbale tra il poeta, che deve farsi perdonare probabilmente un tradimento, e Becchina, la donna amata, personaggio ricorrente in diversi componimenti di Cecco Angiolieri.

/ Accuse e schermaglie amorose /

METRO Sonetto con schema di rime ABAB ABAB CDC DCD.

PARAFRASI e note

«Becchin’amor!». «Che vuo’, falso tradito?».
«Che mi perdoni». «Tu non ne se’ degno».
«Merzé, per Deo!». «Tu vien’ molto gecchito».
4 «E verrò sempre». «Che sarammi pegno?».

1-4 «Becchina, amore!». «Che vuoi, bugiardo traditore?». «Che mi perdoni». «Tu non ne sei degno». «Pietà, per amor di Dio!». «Tu vieni da me molto umile (gecchito)». «E verrò da te sempre con questo atteggiamento». «Che cosa me lo garantisce (sarammi pegno)?».

 


TRECCANI Le parole valgono

pegno Un anello, un libro, un oggetto caro: possono essere molte le testimonianze di un sentimento, un’amicizia o un legame affettivo. Il pegno è proprio una garanzia solenne, una prova che viene elargita a chi teniamo, come dimostrazione della nostra fedeltà o magari del nostro amore. Eppure l’uso di questa parola non rimanda ai bei regali offerti in dono all’innamorato, ma ai vincoli, certo meno dolci e cordiali, imposti dalle norme giuridiche: il pegno è infatti il diritto di garanzia che ha per oggetto beni mobili trasferiti dal debitore al creditore come assicurazione di un’obbligazione ricevuta. → È a questo significato che si lega la definizione del cosiddetto «monte dei pegni». Che cosa indica quest’espressione? Scrivi una frase che la contenga.


 
1 tradito: è la forma medievale del nominativo (sul modello del latino).

«La buona fé». «Tu ne se’ mal fornito».
«No inver’ di te». «Non calmar, ch’i’ ne vegno!».
«In che fallai?». «Tu sa’ ch’i’ l’abbo udito».
8 «Dimmel, amor». «Va’, che ti veng’un segno!».

5-8 «La mia affidabilità». «Tu ne sei poco fornito». «Non nei tuoi confronti». «Non cercare di calmarmi, poiché io ne ho appena avuta esperienza (ch’i’ ne vegno)!». «In che cosa ho sbagliato?». «Tu sai che io l’ho sentito dire». «Dimmelo, amore». «Vattene, che ti venga un malanno (segno)!».


6 ch’i’ ne vegno: “poiché vengo or ora dall’esperienza della tua infedeltà” oppure, secondo altri, “altrimenti ti raggiungo per metterti le mani addosso”.
7 l’abbo udito: forse la voce o il pettegolezzo di un tradimento.
8 un segno: un difetto fisico, tipico dei “segnati da Dio”. Altri invece interpretano la battuta come: “Ti possano fare uno sfregio!”.

«Vuo’ pur ch’i’ muoia?». «Anzi mi par mill’anni».
«Tu non di’ bene». «Tu m’insegnerai».
11 «Ed i’ morrò». «Omè, che tu m’inganni!».

9-11 «Vuoi davvero (pur) che io muoia?». «Addirittura (Anzi) non vedo l’ora». «Tu non dici bene». «Mi insegnerai tu». «E io morirò». «Ahimè, purtroppo non dici il vero!».


10 Tu m’insegnerai: detto con sarcasmo.

«Die tel perdoni». «E ché non te ne vai?».
«Or potess’io!». «Tègnoti per li panni?».
14 «Tu tieni ’l cuore». «E terrò co’ tuo guai».

12-14 «Dio ti perdoni per questo». «Ma perché non te ne vai?». «Magari io potessi!». «Ti trattengo forse per gli abiti?». «Tu tieni il mio cuore». «E continuerò a tenerlo insieme con i tuoi lamenti (guai)».


14 co’ tuo guai: secondo un’altra interpretazione rispetto a quella fornita in parafrasi, “per tuo danno”.