«Becchin’amor!». «Che vuo’, falso tradito?».
«Che mi perdoni». «Tu non ne se’ degno».
«Merzé, per Deo!». «Tu vien’ molto gecchito».
4 «E verrò sempre». «Che sarammi pegno?».
1-4 «Becchina, amore!». «Che vuoi, bugiardo traditore?». «Che mi perdoni». «Tu non ne sei degno». «Pietà, per amor di Dio!». «Tu vieni da me molto umile (gecchito)». «E verrò da te sempre con questo atteggiamento». «Che cosa me lo garantisce (sarammi pegno)?».
TRECCANI Le parole valgono
pegno Un anello, un libro, un oggetto caro: possono essere molte le testimonianze di un sentimento, un’amicizia o un legame affettivo. Il pegno è proprio una garanzia solenne, una prova che viene elargita a chi teniamo, come dimostrazione della nostra fedeltà o magari del nostro amore. Eppure l’uso di questa parola non rimanda ai bei regali offerti in dono all’innamorato, ma ai vincoli, certo meno dolci e cordiali, imposti dalle norme giuridiche: il pegno è infatti il diritto di garanzia che ha per oggetto beni mobili trasferiti dal debitore al creditore come assicurazione di un’obbligazione ricevuta. → È a questo significato che si lega la definizione del cosiddetto «monte dei pegni». Che cosa indica quest’espressione? Scrivi una frase che la contenga.
1 tradito: è la forma medievale del nominativo (sul modello del latino).