Gli esempi in latino…

Quasi sempre tali cronache sono in latino: ricordiamo il De magnalibus urbis Mediolani (Le meraviglie della città di Milano, 1288) di Bonvesin de la Riva (ca 1240-1315) e la Chronica (Cronaca) di fra Salimbene de Adam (1221-1288), che ripercorre le vicende italiane del XIII secolo.

… e in volgare

Sono scritte invece in volgare le cronache prodotte in Toscana e a Firenze. Ciò accade perché qui la borghesia urbana si trova a uno stadio più avanzato di sviluppo sociale e culturale, che favorisce anche lo sviluppo della lingua. Va citata, a tale proposito, la Istoria fiorentina di Ricordano Malispini, di cui sappiamo soltanto che apparteneva alla generazione precedente a quella di Dante.
Tuttavia sarà nel secolo successivo che il genere della storiografia comunale giungerà a maturazione con la Cronica delle cose occorrenti ne’ tempi suoi (1310-1312) di Dino Compagni (ca 1246-1324), che media tra intento di oggettività e partecipazione in prima persona ai fatti narrati, e con la Nuova cronica (1333-1346) di Giovanni Villani (ca 1280-1348), che parte dalla vicenda biblica della Torre di Babele per giungere fino all’epoca dello scrittore.

A Firenze Dino Compagni e Giovanni Villani scrivono le prime cronache in volgare.

I RESOCONTI DI VIAGGIO

Un altro genere in prosa molto fortunato è il resoconto di viaggi in luoghi lontani. Se nell’Alto Medioevo viaggiare era un’esperienza rara e spesso rischiosa, dopo l’anno Mille, in seguito alla ripresa economica e culturale, si sviluppa una fitta trama di spostamenti legati ai commerci, ai pellegrinaggi, alle crociate e allo studio (non dimentichiamo che gli studenti spesso si trasferivano da un’università all’altra per poter seguire le lezioni di diversi maestri).

La riscoperta dell’Oriente

All’inizio del Duecento tornano a essere accessibili anche luoghi per lungo tempo rimasti remoti. Per esempio l’Oriente: qui, a partire dal 1215, il principe mongolo Gengis Khan organizza le tribù tartare in un potente esercito e fonda un impero vastissimo, che arriva a comprendere gran parte dell’Asia, dalla Cina alla Persia e all’Afghanistan, sino ai confini europei. L’organizzazione politica e amministrativa di queste vaste regioni favorisce gli spostamenti dei viaggiatori europei, soprattutto mercanti e religiosi (Francescani e Domenicani).

Un genere molto praticato è il resoconto di viaggio, favorito dalla ripresa dei commerci con l'Oriente: il più celebre è il Milione, scritto dal mercante veneziano Marco Polo.

Un importante viaggiatore veneziano

La fama del mercante veneziano Marco Polo (1254-1324) è certamente dovuta al suo lunghissimo viaggio e alla permanenza in Oriente, in particolare in Cina, per oltre sedici anni, ma soprattutto al racconto che ne ha lasciato. Parliamo dell’opera nota come Milione o anche Il libro delle meraviglie, che rappresenta il primo resoconto, almeno in parte attendibile, sull’Oriente e il primo contributo alla reciproca conoscenza tra Asia ed Europa. È un’opera di capitale importanza, poiché su di essa si plasma per secoli l’idea che gli occidentali hanno avuto dell’Oriente, fino a svilupparsi in quello che gli studiosi chiamano “orientalismo”.

Illustrazione raffigurante tre figure antropomorfe con teste di cane che indossano abiti umani. Le figure sono intente a scambiarsi oggetti sopra sacchi contenenti cereali o altri beni. Indossano tuniche dai colori vivaci: bianco, rosso e blu; la figura a destra porta una borsa appesa alla vita.
Maestro di Boucicaut, Uomini con la testa di cane, illustrazione per il Milione, 1410 ca. Parigi, Bibliothèque Nationale.