LA PRODUZIONE RELIGIOSA

Data l’importanza del fenomeno religioso nel XIII secolo (si pensi, per esempio, alla diffusione dei nuovi ordini mendicanti), non poteva mancare una produzione di ispirazione cristiana. Si tratta di testi agiografici, cioè che raccontano le vite e i miracoli dei santi, e di testi spirituali, che propongono un percorso interiore di avvicinamento a Dio: anche in questo caso alcuni scritti in latino e poi talvolta volgarizzati, altri composti direttamente in volgare.

In latino…

In latino vengono scritti, tra il 1255 e il 1266, la Legenda aurea (Leggenda aurea) o Legenda sanctorum (letteralmente, Cose da leggere sui santi) del domenicano Iacopo da Varazze (1228 ca - 1298) e I fioretti di san Francesco (poi volgarizzati intorno al 1370-1390), di autore ignoto, racconto dei principali episodi della vita del santo.

In latino vengono scritti la Legenda aurea e I fioretti di san Francesco.

… e in volgare

Esempi più maturi di prosa religiosa saranno, nel Trecento, quelli offerti in volgare da due predicatori domenicani: il pisano Domenico Cavalca (1270 ca - 1342), autore delle Vite dei Santi Padri, e il fiorentino Iacopo Passavanti (1302 ca - 1357), che raccoglie i suoi sermoni in un libro intitolato Specchio di vera penitenza (1354). Non va dimenticato, infine, il ricco epistolario di Caterina da Siena (1347-1380), nel quale la santa racconta le proprie esperienze mistiche con un linguaggio vivace ed espressivo.

Testi religiosi in volgare sono per lo più vite dei santi e raccolte di sermoni.

LA NOVELLA

Nel XIII secolo assistiamo anche allo sviluppo della novella, concepita come genere narrativo sganciato da scopi etici o religiosi e finalizzato al puro intrattenimento dei lettori. In tale ambito troviamo il Novellino, una raccolta di cento novelle composta alla fine del secolo da un autore fiorentino ignoto.

Un nuovo pubblico borghese

Si tratta di un’opera indirizzata a un pubblico soprattutto di estrazione borghese, dunque non aristocratico e non particolarmente colto, ma desideroso di uniformarsi ai valori cortesi e cavallereschi come il coraggio, la gentilezza, la generosità, la magnanimità. Tali valori nell’opera vengono celebrati accanto ai nuovi valori borghesi: senso pratico, ingegnosità, furbizia, capacità di esprimersi efficacemente. Si tratta di una sintesi tra idea­li cortesi e idea­li borghesi che sarà alla base anche del Decameron, dove verrà ulteriormente sviluppata.

Si diffonde anche la novella. Il Novellino è una raccolta di autore ignoto della fine del Duecento.

Mappa concettuale sui generi della prosa nel Duecento. Si suddivide in cinque rami principali. 1) Opere didattiche ed enciclopediche, i cui rappresentanti sono Guido Faba e Brunetto Latini. 2) Cronache cittadine, i cui rappresentanti sono Bonvesin de la Riva, Dino Compagni e Giovani Villani. 3) Scritti di viaggio, il cui maggior esponente è Marco Polo. 4) Testi religiosi, i cui rappresentanti sono Iacopo Passavanti e Caterina da Siena. 5) Novella, rappresentata dal Novellino.