Il Novellino

Il Novellino è una raccolta di cento novelle, redatta in ambiente fiorentino, probabilmente tra il 1280 e il 1300, da un unico autore di cui non ci è pervenuto il nome. Il titolo gli è stato attribuito da Giovanni Della Casa nel 1525, anno dell’edizione cui oggi si fa riferimento, tra le molte diffuse in epoca medievale.

Un dipinto che raffigura Giovanni Della Casa. L'uomo è ritratto a mezzo busto, con una barba folta e scura e un copricapo nero. Indossa un abito scuro con bottoni rossi visibili sul davanti. Il volto mostra uno sguardo riflessivo e pensieroso, con dettagli realistici nei lineamenti e nell'incarnato. Lo sfondo è neutro, concentrando l'attenzione sul soggetto e sul suo atteggiamento sobrio ed elegante.
Ritratto di Giovanni Della Casa, letterato che attribuì il titolo di Novellino alla raccolta di novelle.
Finalità dell’opera e sue fonti

Nel preambolo, in cui viene esaltato il dono della parola quale elemento fondante della civiltà, l’autore dichiara esplicitamente il suo intento: quello di fare «memoria d’alquanti fiori [esempi scelti] di parlare, di belle cortesie, di be’ risposi [belle risposte] e di belle valentie [azioni valorose] e doni», perché «chi avrà cuore nobile e intelligenzia sottile» possa servirsene «a prode [a vantaggio] ed a piacere di coloro che non sanno e disiderano di sapere». Dunque si parla, indirettamente, di una destinazione pedagogica dell’opera, indirizzata specialmente agli incolti.
Per questo scopo didattico e ricreativo, l’autore coglie i suoi «fiori» dalle più svariate opere, sia sacre sia profane, dalla Bibbia a san Gregorio, dallo scrittore latino Petronio allo storico romano Valerio Massimo, dalle vite dei Santi Padri ai trovatori provenzali (spesso tali testi venivano letti in redazioni correnti all’epoca dell’autore, non in quelle originali).
Alle fonti scritte si aggiungono motti e leggende di tutti i tempi e luoghi, tratti dalla tradizione orale, oltre ad aneddoti e storielle popolari, specialmente riconducibili all’ambiente fiorentino. L’autore traduce, altera, talvolta aggiunge (ma più spesso accorcia), però improntando quasi sempre la materia del racconto a uno stile piuttosto personale.

Le novelle raccolte nel Novellino attingono alle più disparate fonti scritte e orali e si propongono di insegnare e divertire.

Realismo e penetrazione psicologica

Anzitutto il senso della realtà e l’esperienza dell’animo umano distinguono questa raccolta dalle molte analoghe produzioni dell’epoca o precedenti. Nel Novellino, infatti, l’attenzione psicologica insinua nel racconto sfumature ora di amarezza ora d’ironia. Sono assenti i moniti moraleggianti cari alla letteratura medievale e sono molto rari riflessioni o commenti espliciti da parte dell’autore.

Ambienti e personaggi sono raccontati con realismo e attenzione psicologica.

La celebrazione dell’intelligenza

Vengono esaltati i valori della saggezza, della misura e dell’intelligenza. Il dono dell’arguzia, dello spirito, del sangue freddo e della tempestività procurano il successo finale; i cavilli e i formalismi giudiziari di cui si fa forte la malvagità umana vengono sconfitti dalle trovate dell’intelligenza. Anche per questa celebrazione dell’ingegno, come per la visione realistica della vita, il Novellino può essere considerato un’anticipazione del Decameron di Giovanni Boccaccio.

Lungi da intenti moraleggianti, le novelle trasmettono i valori borghesi del buon senso e dell’astuzia.

I pregi di uno stile scarno

Persino nelle novelle, dove i segni della personalità dell’autore e i suoi apporti appaiono meno evidenti, lo stile è dotato di una sua misura caratteristica. Si tratta di uno stile semplice, ma non ingenuo; scarno e lineare, ma chiaro; scandito da periodi brevi e talora staccati, che rendono bene la rapidità delle azioni dei personaggi, e arricchito da frequenti dialoghi. Certo, non troviamo qui la più complessa e matura organizzazione delle strutture narrative che vedremo nel Decameron, dove la novella assumerà una forma più compiuta. Le trame sono ancora esili. Anche in questa essenzialità, però, risiede il fascino dell’opera.

Lo stile è essenziale, con frasi brevi e frequenti dialoghi.