T31 Narciso trasformato in mandorlo
Novellino, 46
Novellino, 46
Il mito classico di Narciso viene rielaborato secondo il gusto medievale, che fa del bellissimo giovane un simbolo del rinnovamento primaverile della natura.
/ La bellezza di un giovane simboleggia la primavera /
Qui conta come Narcis s’innamorò dell’ombra sua
Narcis fue molto bellissimo.1 Un giorno avenne ch’e’ si riposava sopra2 una bella
fontana. Guardò nell’acqua: vide l’ombra sua ch’iera molto bellissima. Incominciò
a riguardarla3 e rallegrarsi sopra la fonte, e l’ombra sua facea il simigliante;4 e
5 così credette che quella fosse persona che avesse vita, che istesse nell’acqua, e non
si acorgea che fosse l’ombra sua. Cominciò ad amare, e inamoronne sì forte,5 che
la volle pigliare; e l’acqua si turbò e l’ombra sparìo, ond’elli incominciò a piangere
sopra la fonte; e, l’acqua schiarando,6 vide l’ombra che piangea in sembiante sì
com’egli. Allora Narcis si lasciò cadere nella fonte, di guisa che vi morìo e annegò.
10 Il tempo era di primavera; donne si veniano a diportare7 alla fonte; videro il
bello Narcis anegato. Con grandissimo pianto lo trassero della fonte, e così ritto8
l’appoggiaro alle sponde, onde dinanzi dallo dio d’Amore andò la novella:9 onde
lo dio d’Amore ne fece un nobilissimo mandorlo, molto verde e molto bene stante:10
e fue il primaio11 albero, che prima fa fiorita e rinnovella amore.12
1 molto bellissimo: forma di superlativo assoluto rafforzato dall’avverbio intensivo non infrequente nei prosatori italiani del Due-Trecento.
2 sopra: presso.
3 riguardarla: guardarla con attenzione.
4 il simigliante: la stessa cosa.
5 inamoronne sì forte: se ne innamorò così intensamente.
6 schiarando: tornando trasparente.
7 diportare: svagarsi.
8 ritto: rigido (per il rigor mortis).
9 novella: notizia.
10 bene stante: vigoroso.
11 primaio: primo.
12 prima… amore: fiorisce per primo e rinnova l’amore.
La rielaborazione di una fonte classica
L’episodio è derivato dalle Metamorfosi (III, 339-510) di Ovidio (43 a.C. - 17/18 d.C.). L’opera del poeta latino è un vasto poema in esametri, una silloge, in 15 libri, delle varie “trasformazioni” (questo il significato del titolo) offerte dalla mitologia classica. Tuttavia gli studiosi hanno ipotizzato che l’anonimo autore del Novellino avesse avuto probabilmente a disposizione, più che il testo ovidiano, un imprecisato rifacimento provenzale o francese. Infatti la versione di Ovidio parlava di una trasformazione di Narciso nell’omonimo fiore, mentre qui Amore muta il giovane in mandorlo, simbolo della natura che a primavera si rinnova: motivo tipico della poesia d’amore di ambito occitanico.
Brevità e dolcezza
L’essenzialità dello svolgimento narrativo, ai limiti di un certo schematismo, e la semplicità linguistica e sintattica dello stile che si rilevano in questa novella possono essere considerate tipiche di tutto il Novellino. L’autore non si cura di cogliere alcun senso riposto nella vicenda narrata, ma si compiace delle immagini delicate di cui la favola si compone, con un gusto prettamente visivo e quasi pittorico. «Il breve dramma è narrato con una leggerezza di dettato tale da creare quasi l’incanto di una triste melodia, cui si accompagna la pacata dolcezza della natura in fiore» (De Bernardi).