La “cattività avignonese”

Anche la Chiesa vive un periodo turbolento. Dopo il Giubileo del 1300, il progetto teo­cratico di papa Bonifacio VIII si rivela ormai superato dinanzi alla crescente autonomia degli Stati nazionali europei. Il controllo esercitato dai francesi spinge Clemente V a trasferire la sede del papato da Roma ad Avignone nel 1309: la cosiddetta “cattività avignonese” (il termine viene dal latino captivus, “prigioniero”) ha fine solo quasi settant’anni dopo, nel 1377, con Gregorio XI. Ma alla morte di quest’ultimo, nel 1378, le divisioni in seno al papato portano a un ulteriore momento di crisi: lo Scisma d’Occidente, che vede contrapposti un papa italiano (sostenuto dagli Stati della penisola, dalla Germania e dall’Inghilterra) a un altro papa, appoggiato dalla monarchia francese, dal Regno angioino di Napoli e dagli Stati iberici. Il contrasto si ricompone solo nel 1417 con il Concilio di Costanza.

Anche la Chiesa perde centralità. Dal 1309 la sede del papato è trasferita ad Avignone (cattività avignonese), poi dal 1378 si fronteggiano due papi: uno italiano e uno francese (Scisma d’Occidente).

La crisi economica e la peste

Carestie, recessione economica ed epidemie

Il panorama socioeconomico è a sua volta drammatico. Dopo il periodo di crescita dei secoli precedenti, l’Europa è attraversata da una serie di carestie – all’inizio dovute probabilmente a motivi climatici, ma anche a un eccessivo sfruttamento del suolo – che portano conseguenze via via sempre più gravi. L’insufficienza delle risorse agricole determina la drastica diminuzione della disponibilità di cibo e quindi un netto calo demografico. Questa situazione, di per sé già molto precaria, è aggravata, nel 1348, dall’arrivo di una epidemia di peste, provocata da un bacillo trasmesso dai topi che infestavano le stive delle navi provenienti dall’Oriente. L’epidemia (la prima di una lunga serie che colpirà l’Europa fino al Settecento) sconvolge il continente fino al 1350 e porta la mortalità a livelli altissimi: muoiono trenta milioni di persone, circa un terzo dell’intera popolazione europea. Nella sola Italia gli abitanti scendono da undici a otto milioni. La medicina non è in grado di fermare la malattia e la rapida diffusione del morbo e le sue raccapriccianti manifestazioni generano e alimentano un forte senso di provvisorietà tra gli individui e sentimenti collettivi di angoscia.

L’Europa è colpita da carestie, crisi economica e calo demografico. Nel 1348 scoppia la peste.