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Una fotografia di Siena nel Trecento

Ambrogio Lorenzetti, Gli effetti del buon governo sulla città e sul contado

Visione idealizzata e minuzia descrittiva

All’interno della Sala dei Nove del Palazzo Pubblico di Siena si trova un ampio ciclo affrescato che illustra il buon governo e il cattivo governo e i rispettivi effetti su città e campagna: le scene furono commissionate al pittore Ambrogio Lorenzetti, uno dei protagonisti della pittura senese del Trecento, dal governo dei Nove, la magistratura formata da borghesi e mercanti che governò Siena tra la fine del Duecento e la metà del Trecento.
Il grande affresco con Gli effetti del buon governo sulla città e sul contado rappresenta una visione dettagliata di Siena e della sua campagna: si tratta di un’immagine in parte idealizzata, legata a convenzioni figurative, ma che costituisce la più convincente raffigurazione dello spazio abitato dagli uomini e dalle donne del Medioevo italiano.

Una città in espansione

Sulla sinistra è la città, con le sue vie, le piazze, i palazzi, le botteghe: si riconoscono le case traforate da bifore e i merli delle torri cittadine, le mensole sagomate sotto i tetti, gli archi, le travi in legno, mentre in alto, nell’angolo, svetta il profilo bicolore del campanile del Duomo e la sua cupola. La città appare come un cantiere in espansione: alcuni carpentieri stanno costruendo un edificio sullo sfondo e trasportando il pesante materiale.
Tutto lo spazio urbano brulica di cittadini, intenti alle più svariate attività: commercianti, artigiani, come il calzolaio in primo piano, professori, come l’uomo in cattedra, avventori di una taverna, e infine numerose donne, tra le quali si possono ben riconoscere una sposa a cavallo e un gruppo di danzatrici.

L’affresco raffigura Siena nel Medioevo, cinta da mura. Al centro, una piazza animata da mercanti, artigiani e cittadini impegnati in diverse attività. Edifici ben costruiti e armoniosi si ergono tutt’intorno, mostrando l’architettura urbana del tempo. A sinistra, si nota un gruppo di danzatrici, mentre a destra si svolgono lavori quotidiani, come il trasporto di merci e la produzione di beni. Sullo sfondo, un complesso intreccio di torri e case evidenzia la ricchezza e la vitalità di una città ben governata.
Ambrogio Lorenzetti, Gli effetti del buon governo sulla città e sul contado, 1337-1339. Siena, Palazzo Pubblico, Sala dei Nove, parete est.

Lo spazio del contado

In campagna, oltre le mura, i contadini lavorano e i nobili si dedicano alla caccia, con una divisione di occupazioni che è sociale e gerarchica. Lo spazio del contado è strettamente collegato alla città: in basso a destra un pastore sta uscendo per dirigersi al pascolo con il suo gregge di pecore, mentre due contadini a piedi portano un cesto di uova e un’anatra che devono essere venduti al mercato cittadino e un porcaio spinge un grosso maiale scuro che ha una fascia bianca sul ventre, la cosiddetta “cinta senese”, tipica dei maiali cresciuti in Toscana. I contadini svolgono le attività più varie: l’aratura, la semina, la raccolta, la mietitura, la battitura del grano.
È dunque una rappresentazione non realistica ma idealizzata, in cui il pittore riunisce le attività che si svolgono in stagioni diverse dell’anno per dare un quadro completo della ricchezza e della prosperità di Siena in tempo di pace e buon governo.

L’affresco raffigura un paesaggio rurale prospero. A sinistra, cavalieri percorrono una strada che si snoda attraverso colline coltivate, mentre contadini lavorano nei campi, mietendo grano, o conducono animali. Al centro e a destra, colline punteggiate di alberi e case delineano un territorio ben organizzato, con vigneti, campi arati e attività agricole. In alto a sinistra, sopra le mura della città, un’allegoria regge in una mano un cartiglio che celebra l’onestà, la libertà e l’operosità, nell’altra l’immagine di una forca con un delinquente impiccato.
Ambrogio Lorenzetti, Gli effetti del buon governo sulla città e sul contado, 1337-1339. Siena, Palazzo Pubblico, Sala dei Nove, parete est.