Visione idealizzata e minuzia descrittiva
All’interno della Sala dei Nove del Palazzo Pubblico di Siena si trova un ampio ciclo affrescato che illustra il buon governo e il cattivo governo e i rispettivi effetti su città e campagna: le scene furono commissionate al pittore Ambrogio Lorenzetti, uno dei protagonisti della pittura senese del Trecento, dal governo dei Nove, la magistratura formata da borghesi e mercanti che governò Siena tra la fine del Duecento e la metà del Trecento.
Il grande affresco con Gli effetti del buon governo sulla città e sul contado rappresenta una visione dettagliata di Siena e della sua campagna: si tratta di un’immagine in parte idealizzata, legata a convenzioni figurative, ma che costituisce la più convincente raffigurazione dello spazio abitato dagli uomini e dalle donne del Medioevo italiano.
Una città in espansione
Sulla sinistra è la città, con le sue vie, le piazze, i palazzi, le botteghe: si riconoscono le case traforate da bifore e i merli delle torri cittadine, le mensole sagomate sotto i tetti, gli archi, le travi in legno, mentre in alto, nell’angolo, svetta il profilo bicolore del campanile del Duomo e la sua cupola. La città appare come un cantiere in espansione: alcuni carpentieri stanno costruendo un edificio sullo sfondo e trasportando il pesante materiale.
Tutto lo spazio urbano brulica di cittadini, intenti alle più svariate attività: commercianti, artigiani, come il calzolaio in primo piano, professori, come l’uomo in cattedra, avventori di una taverna, e infine numerose donne, tra le quali si possono ben riconoscere una sposa a cavallo e un gruppo di danzatrici.

Lo spazio del contado
In campagna, oltre le mura, i contadini lavorano e i nobili si dedicano alla caccia, con una divisione di occupazioni che è sociale e gerarchica. Lo spazio del contado è strettamente collegato alla città: in basso a destra un pastore sta uscendo per dirigersi al pascolo con il suo gregge di pecore, mentre due contadini a piedi portano un cesto di uova e un’anatra che devono essere venduti al mercato cittadino e un porcaio spinge un grosso maiale scuro che ha una fascia bianca sul ventre, la cosiddetta “cinta senese”, tipica dei maiali cresciuti in Toscana. I contadini svolgono le attività più varie: l’aratura, la semina, la raccolta, la mietitura, la battitura del grano.
È dunque una rappresentazione non realistica ma idealizzata, in cui il pittore riunisce le attività che si svolgono in stagioni diverse dell’anno per dare un quadro completo della ricchezza e della prosperità di Siena in tempo di pace e buon governo.
