Negli anni tra Due e Trecento (lo si è visto a proposito dell’età di Dante) le lotte civili tra le opposte fazioni – prima i guelfi e i ghibellini e successivamente, divenuta Firenze stabilmente guelfa, i neri e i bianchi – riflettevano i contrasti tra gruppi sociali diversi: in particolare il ceto dei ricchi mercanti e banchieri (rappresentato dalle arti maggiori), i piccoli artigiani (associati nelle arti minori) e i rappresentanti della nobiltà feudale (magnati). Boccaccio appartiene al primo ceto, ma conosce da vicino anche gli altri: un mondo che con il Decameron ritrarrà in tutte le sue molteplici sfaccettature.

3 L’amore come sentimento terreno
Il filtro letterario
Se si escludono le ultime opere scritte dopo il Decameron, consacrate all’impegno erudito e filosofico, possiamo dire che la produzione letteraria di Boccaccio sia una continua e convinta celebrazione dell’amore, descritto nelle sue diverse manifestazioni ma sempre come una irresistibile potenza naturale che ingentilisce l’anima ed esalta il corpo, coinvolgendo uomini e donne, di ogni età e di ogni classe sociale. Come avviene per tutti gli ambiti della sua ispirazione narrativa, anche questo tema viene filtrato attraverso precise reminiscenze letterarie: l’immagine idealizzata del sentimento amoroso matura infatti, già nel periodo napoletano, sulla scorta di una lunga tradizione culturale e letteraria che va dal trattato De amore di Andrea Cappellano alla lirica erotica in lingua d’oc e al romanzo cavalleresco in lingua d’oïl del ciclo bretone (si pensi a Chrétien de Troyes e alla storia di Tristano e Isotta).
Boccaccio celebra l’amore come potenza naturale. Nel periodo napoletano segue la tradizione letteraria che lo idealizza.
I diversi valori dell’amore
Non mancano però spunti nuovi che vanno nella direzione poi compiutamente sviluppata dal Decameron. Nelle opere scritte in questo periodo, a partire dal Filocolo, si coglie infatti una rappresentazione più articolata dell’amore, declinata in tutta la gamma del patetico e dell’appassionato: le storie narrate esibiscono rimpianti malinconici, vagheggiamenti sensuali e le diverse gradazioni del sentimento, analizzate per toccare la sensibilità del raffinato pubblico cortigiano, desideroso di sogni, lacrime e intrattenimento. Il tema amoroso consente a Boccaccio di proporre un’elegante occasione di consolatoria e idillica evasione.
L’autore elabora, a partire dal Filocolo, una rappresentazione più articolata dell’amore: non più semplice diletto cortese, ma anche vincolo coniugale.