Al tempo stesso, nel lieto fine matrimoniale che suggella la travagliata vicenda di Florio e Biancifiore, possiamo cogliere un aspetto poi spesso affiorante anche nelle novelle del Decameron: la revisione dei princìpi cortesi dell’amore come semplice diletto. Lo slancio erotico istintivo e generoso, esaltato nelle poesie dei trovatori, viene ora corretto e normalizzato dalle regole morali che integrano valori cristiani e istanze borghesi nella celebrazione del vincolo coniugale.

Una passione disperata

All’interno dell’amore si misurano, in tal modo, i diritti della ragione e quelli della passione: attraverso questa contrapposizione si misura la grande capacità di Boccaccio di illuminare la psicologia degli innamorati. Ne è un esempio l’opera più importante scritta durante il periodo fiorentino, l’Elegia di Madonna Fiammetta, nella quale l’autore immagina che la nobildonna napoletana Fiammetta scriva una lunga lettera alle donne innamorate. In essa ripercorre le tappe salienti della propria relazione extraconiugale con il mercante fiorentino Panfilo: la nascita improvvisa della passione, gli incontri clandestini, la disperazione quando Panfilo, costretto a rientrare a Firenze, non mantiene l’impegno di tornare a Napoli, fino a un tentativo di suicidio.

Nella figura di Fiammetta si assommano i tratti sensuali e terreni della donna.

Il realismo psicologico

Rievocando la storia del suo amore, la protagonista descrive le tempeste interiori, le speranze ingannevoli, il peso dell’angoscia sul suo cuore, la dolcezza dei ricordi ispirati dai luoghi teatro della sua gioia effimera, confessa il rimorso provocato dall’affetto del marito ignaro, analizza gli effetti dolorosi della gelosia. Fiammetta sembra per certi versi una delle eroine tragiche della classicità sedotte e poi tradite e abbandonate, ma il suo racconto-diario ci mostra un personaggio modernissimo, catturato dal furore, vittima di un amore che non è, come per Dante, peccaminoso “traviamento” destinato prima o poi a essere superato, ma delirio senza speranza di guarigione, desiderio incontrollato. Assistiamo così al superamento dei rigidi stilemi dell’amore cortese e stilnovistico, nella direzione di una maggiore concretezza e di un più credibile realismo psicologico.

Il personaggio di Fiammetta è moderno: supera gli schemi dell’amore cortese e stilnovistico, verso un maggiore realismo psicologico.

Un’esperienza tutta terrena

La concezione dell’amore presentata da Boccaccio – nell’Elegia di Madonna Fiammetta, ma anche e soprattutto nel Decameron – è di assoluta novità: lo scrittore ne parla sempre come di un’esperienza pienamente umana e terrena, descrivendo anche gli aspetti più concreti della passione, quali l’attrazione fisica, la dimensione sessuale e la naturalità del richiamo dei sensi.
In diverse novelle del Decameron, in particolare, si farà difensore dei “diritti della natura”, polemizzando apertamente con quell’ideale ascetico, tipicamente medievale, che vedeva nella rinuncia, nell’astinenza e nella castità la via più certa alla salvezza dell’anima.

L’amore è visto come esperienza umana e terrena, dunque anche fisica e carnale.

Mappa concettuale con al centro AMORE COME POTENZA NATURALE scritto in un riquadro verde. Da questo si dirama un riquadro con scritto: si manifesta in diverse forme. Da questo riquadro si diramano quattro riquadri con i testi: sentimento patetico e malinconico, affetto coniugale, desiderio incontrollato, pulsione sensuale e carnale. Il riquadro AMORE COME POTENZA NATURALE è collegato anche al testo: Dai temi ai testi, T1 pagina 415, T3 pagina 420, T4 pagina 434, T10 pagina 481.