La celebrazione della realtà terrena

Il fatto che le diverse giornate e novelle siano incentrate su temi diversi non mette in discussione l’unità dell’opera. Il Decameron è un libro organico, unificato nei suoi diversi momenti – oltre che, sul piano formale, dalla struttura che abbiamo descritto sopra – dall’acuta capacità di Boccaccio di osservare la realtà e forse soprattutto dal suo costante sentimento di adesione alla vita: l’autore canta l’esistenza umana nei suoi molteplici aspetti, compresi quelli concreti e terreni, che anzi sono i primi a essere esaltati, senza preoccupazioni morali e religiose. Questo aspetto centrale della sua opera consente di affermare che egli ha molto contribuito, con le sue cento novelle, alla formazione della concezione della vita e della letteratura che si affermerà nel Quattro e nel Cinquecento.

Mappa concettuale con al centro TEMI DEL DECAMERON scritto in un riquadro verde. I concetti principali sono suddivisi in tre riquadri: 1) fortuna (forza capricciosa e imprevedibile); 2) ingegno (astuzia e intraprendenza umana), con due sotto-elementi: qualità che disciplina e regola la fortuna e l’amore, uomo arbitro del suo destino. Quest’ultimo elemento ha a sua volta due sotto-elementi: valori cortesi (liberalità, lealtà), valori borghesi (audacia, intelligenza pratica). 3) amore (sentimento esaltato in una prospettiva laica). Ogni elemento è inserito in un riquadro.

Le novità dello stile

Il Decameron è un’opera estremamente innovativa, non solo, come abbiamo visto, per i contenuti, ma anche per la struttura e le soluzioni stilistiche adottate dall’autore.

Il ruolo dei dieci narratori

Dal punto di vista formale, il primo aspetto caratteristico è senza dubbio la scelta di Boccaccio di affidare la narrazione a “narratori intermediari”, quasi sempre portatori del suo punto di vista. Sono personaggi la cui caratterizzazione è quasi unicamente affidata al loro nome-simbolo e che all’occorrenza consentono all’autore una certa presa di distanza dalla materia trattata. In altre parole, non identificandosi con nessuno dei narratori in particolare, l’autore può introdurre nel testo una molteplicità di punti di vista, corrispondenti a quelli dei dieci giovani della brigata; e ciò gli consente un’estrema libertà di sguardo, liberandolo da un eccessivo coinvolgimento psicologico e ideologico.

La molteplicità dei narratori consente a Boccaccio di introdurre più punti di vista, senza identificarsi con uno di essi.

L’efficacia della narrazione

Boccaccio sa sempre delineare molto bene i caratteri dei personaggi delle varie novelle, sui quali è costantemente concentrata l’azione narrativa, senza cedimenti a particolari inutili o sovrabbondanti che distrarrebbero il lettore dallo svolgimento dell’azione stessa.
Anche l’ambiente non è mai trascurato: lo sfondo in cui si svolgono le azioni è anzi sempre caratterizzato efficacemente, sebbene spesso con pochi ed essenziali tratti. Insomma, Boccaccio si rivela nel Decameron uno scrittore molto accorto e pienamente padrone della tecnica narrativa, della quale non a torto sarà a lungo considerato un maestro imprescindibile.

I caratteri dei personaggi sono ben delineati, le descrizioni degli ambienti sono effettuate con cura.