Gli autori e i testi Chanson de Roland Il racconto della Storia I 4002 versi del manoscritto della (custodito in Inghilterra, nella Biblioteca bodleiana di Oxford), databili intorno al 1100, sono opera di un poeta la cui identità resta tuttora sconosciuta. La storia che vi è raccontata, come abbiamo già detto, amplifica e in parte mistifica un episodio, militarmente irrilevante, della guerra tra i franchi e i saraceni: la cosiddetta rotta di Roncisvalle, che ebbe luogo sulle montagne dei Pirenei occidentali, al confine tra Spagna e Francia, il 15 agosto del 778. In quell’occasione la retroguardia dell’esercito di Carlo Magno, sotto il comando del paladino di Francia Hruodlandus, venne assalita e annientata. La attribuisce la responsabilità dell’imboscata ai saraceni: in realtà, l’azione fu messa in atto da un manipolo di montanari baschi, come attesta la biografia di Carlo Magno ( ), scritta all’epoca dei fatti da Eginardo, uno storico al servizio dell’imperatore. La distorsione storica non è naturalmente casuale: all’anonimo autore sta a cuore trasfigurare la vicenda in termini epici, sostenendo le , tesa verso l’espansione in Spagna e impegnata nelle crociate contro gli “infedeli”. Orlando, l’eroe protagonista, e il suo sacrificio glorioso vengono così avvolti in un’atmosfera mitica, simbolo solenne di una fedeltà estrema al signore, alla patria e a Dio. Chanson de Roland Chanson Vita Karoli aspirazioni dell’aristocrazia feudale La (1100 ca), di autore anonimo, narra la sconfitta dell’esercito di . Chanson de Roland Carlo Magno a Roncisvalle La trama Dopo sette anni di guerra contro Marsilio, re pagano di Spagna, lascia l’assedio della città di Saragozza al più valoroso tra i suoi cavalieri, . Un paladino cristiano, Gano di Maganza, accecato dalla gelosia per Orlando, si accorda con il re nemico, che finge di convertirsi e rinunciare alla guerra. In realtà, mentre il grosso dell’esercito di Carlo si ritira, la retroguardia, capeggiata da Orlando, viene attaccata da migliaia di saraceni. Il paladino, assalito dal numero soverchiante dei nemici, si rifiuta tuttavia di suonare l’ e di invocare il soccorso del sovrano, come gli suggerisce di fare il compagno Oliviero: glielo impedisce il senso dell’onore. Solo alla fine, quando il campo è disseminato di morti e lui stesso sta per morire, si piega a suonare il corno per avvisare il re dell’accaduto. Dopo che gli angeli hanno portato in cielo l’anima del valoroso eroe, sopraggiunge Carlo, che sconfigge i saraceni, occupa Saragozza e si vendica del tradimento di Gano, facendolo squartare da quattro cavalli. Carlo Magno Orlando olifante La retroguardia dell'esercito di Carlo Magno, capeggiata dal , dopo il tradimento di Gano di Maganza, è attaccata da migliaia di Saraceni. Orlando si sacrifica per e la sua anima viene portata in cielo dagli angeli. paladino Orlando senso dell'onore TRECCANI La definizione Il vocabolo olifante viene dal francese antico , alterazione del latino , cioè “elefante” e, per metonimia, “avorio”. Infatti con questo termine viene designato il corno da caccia in uso nel Medioevo, ricavato da zanne di elefante. Solitamente scolpito con rappresentazioni di figure animalesche, lo strumento era dotato di un’intensità e una potenza straordinarie, tanto da venire impiegato esclusivamente all’aperto. olifante oliphant elephantus Fedeltà feudale e fedeltà cristiana Attraverso l’esaltazione di Orlando, guerriero esemplare e al tempo stesso personificazione del martire cristiano, la sintetizza e fonde dunque i valori terreni, vale a dire quelli politici e guerreschi, con quelli spirituali. Da un lato troviamo l’ , l’ (la «dolce Francia»), la e al vincolo feudale; dall’altro aleggia in tutta la narrazione uno , simile a quello che si coglie nelle vite dei santi. Chanson de Roland esaltazione dell’eroismo amore per la terra natia fedeltà a Carlo Magno spirito agiografico è un , fedele al suo signore e devoto a Dio. Orlando paladino valoroso