Lamento dell’autore

Che più si può dire, […] se non che tanta e tal fu la crudeltà del cielo, e forse
in parte quella degli uomini, che infra ’l marzo e il prossimo luglio vegnente, tra107
per la forza della pestifera infermità e per l’esser molti infermi mal serviti o
abbandonati ne’ lor bisogni per la paura ch’aveono i sani, oltre a centomilia creature
130 umane si crede per certo dentro alle mura della città di Firenze essere stati di vita
tolti, che forse, anzi l’accidente mortifero,108 non si saria estimato tanti avervene
dentro avuti?109 O quanti gran palagi, quante belle case, quanti nobili abituri110
per adietro111 di famiglie pieni, di signori e di donne, infino al menomo fante112
rimaser voti! O quante memorabili schiatte,113 quante ampissime eredità, quante
135 famose ricchezze si videro senza successor debito rimanere! Quanti valorosi
uomini, quante belle donne, quanti leggiadri giovani, li quali non che altri, ma
Galieno, Ipocrate o Esculapio114 avrieno giudicati sanissimi, la mattina desinarono115
co’ lor parenti, compagni e amici, che poi la sera vegnente appresso nell’altro
mondo cenaron con li lor passati!116


TRECCANI Le parole valgono

mortifero -fero è il secondo elemento (o suffissoide) di alcune parole composte derivanti dal latino, nelle quali significa “che porta”, “che produce”. L’aggettivo mortifero può significare sia “che provoca o può provocare la morte” (un veleno, per esempio, può essere mortifero) sia “che annuncia la morte” o ne è presagio (si può dire, in senso metaforico, «La noia per me è mortifera»). → Indica altri aggettivi o sostantivi che presentano il suffissoide -fero.


 
107 tra: sia (da unire alla successiva congiunzione e: “sia… sia”).
108 anzi… mortifero: prima della mortale pestilenza.
109 non si saria… avuti: non si sarebbe creduto che la città avesse al proprio interno un numero così alto di abitanti.
110 abituri: abitazioni.
111 per adietro: prima.
112 infino al menomo fante: fino al più umile servo.
113 schiatte: famiglie nobili.
114 Galieno, Ipocrate o Esculapio: i greci Galeno di Pergamo (ca 129-200 d.C.) e Ippocrate di Cos (ca 460-377 a.C.) furono celebri medici dell’antichità; Esculapio (in greco Asclepio), figlio di Apollo, era il dio della medicina.
115 desinarono: pranzarono.
116 li lor passati: i loro morti.

Il formarsi della brigata

140 A me medesimo incresce andarmi tanto tra tante miserie ravolgendo:117 per
che, volendo omai lasciare star quella parte di quelle che io acconciamente118 posso
schifare, dico che, stando in questi termini la nostra città, d’abitatori quasi vota,
addivenne,119 sì come io poi da persona degna di fede sentii, che nella venerabile
chiesa di Santa Maria Novella, un martedì mattina, non essendovi quasi alcuna
145 altra persona, uditi li divini ufici in abito lugubre120 quale a sì fatta stagione si
richiedea,121 si ritrovarono sette giovani donne tutte l’una all’altra o per amistà122
o per vicinanza o per parentado congiunte, delle quali niuna il venti e ottesimo
anno passato avea né era minor di diciotto, savia123 ciascuna e di sangue nobile
e bella di forma e ornata di costumi e di leggiadra onestà.124 Li nomi delle quali
150 io in propria forma racconterei, se giusta cagione da dirlo non mi togliesse,125 la
quale è questa: che io non voglio che per le raccontate cose da loro, che seguono, e
per l’ascoltate nel tempo avvenire, alcuna di loro possa prender vergogna,126 essendo
oggi alquanto ristrette127 le leggi al piacere, che allora, per le cagioni di sopra
mostrate, erano non che alla loro età ma a troppo più matura larghissime;128
155 ancora dar materia agl’invidiosi, presti a mordere129 ogni laudevole vita, di
diminuire in niuno atto l’onestà delle valorose donne con isconci parlari.130 E però,131
acciò che quello che ciascuna dicesse senza confusione si possa comprendere
appresso,132 per nomi alle qualità di ciascuna convenienti133 o in tutto o in parte
intendo di nominarle: delle quali la prima, e quella che di più età era, Pampinea
160 chiameremo e la seconda Fiammetta, Filomena la terza e la quarta Emilia, e
appresso Lauretta diremo alla quinta e alla sesta Neifile, e l’ultima Elissa non senza
cagion nomeremo.134

117 andarmi tanto… miserie ravolgendo: aggirarmi tanto tra così grandi sventure.
118 acconciamente: opportunamente.
119 addivenne: accadde.
120 uditi… lugubre: ascoltata la messa vestite a lutto (si riferisce alle sette donne).
121 si richiedea: si addiceva.
122 amistà: amicizia.
123 savia: saggia.
124 leggiadra onestà: «piacevolezza dignitosa» (Sapegno).
125 Li nomi… non mi togliesse: e io svelerei (racconterei) i loro nomi quali essi sono effettivamente (in propria forma), se non ne fossi distolto da una giusta ragione.
126 io non voglio… vergogna: io non voglio che a causa delle vicende da loro raccontate e ascoltate, riferite qui di seguito, in futuro possa accadere che qualcuna di queste persone si debba vergognare.
127 alquanto ristrette: assai severe.
128 che alla loro… larghissime: che allora, per le ragioni che ho mostrato sopra (la peste), erano molto liberali (larghissime) non solo rispetto alla loro (delle giovani donne) età, ma anche a un’età ben più matura.
129 presti a mordere: pronti a criticare.
130 isconci parlari: vergognose maldicenze.
131 però: perciò.

132 acciò che… appresso: affinché si possa poi (appresso) comprendere senza confusione quello che ciascuna dicesse.
133 per nomi… ciascuna convenienti: attraverso dei nomi adatti alle qualità di ciascuna.
134 non senza cagion nomeremo: nomineremo non senza motivo.