55 Il frate lodò una così bella abitudine e cominciò a chiedergli se avesse mai
peccato contro la purezza.
«Se non fosse vanagloria», fu la risposta, «vi direi che io sono innocente come
un bambino appena nato».
«Che tu sia benedetto!», esclamò il frate.
60 Gli domandò allora se avesse sulla coscienza dei peccati di gola.
«Purtroppo!», disse Ciappelletto. «Perché tre volte per settimana, dopo aver
digiunato a pane e acqua, bevo l’acqua con lo stesso gusto che prova un ubriacone
nel bere il vino. E anche il pane! Lo mangio troppo volentieri!».
«Figliolo mio», disse il frate. «Questi non sono peccati. Dopo il digiuno è giusto
65 che si mangi e anche che ci si tolga la sete».
«Eh, no, padre mio! Le cose che si fanno in servizio di Dio non debbono dar
piacere di nessuna sorte».
«È bene», disse allora il frate, «che tu la pensi in questo modo. Sono proprio
contento di trovare un cuore tanto puro. Non mi capitava da un gran pezzo. Ma
70 dimmi, hai mai peccato d’avarizia?».
«Padre», rispose Ciappelletto sottovoce, «non vorrei che voi, vedendomi in
casa di questi usurai, pensaste che io sia della loro specie. Sono venuto qui solo
per ammonirli e per distoglierli da quel loro brutto mestiere di prestar denaro
tirando il collo alla povera gente. E ci sarei riuscito, se Iddio non mi avesse visitato
75 con questo brutto male.14 In quanto a me, è vero, sono stato mercante e ho
guadagnato, ma, tolto il necessario per vivere, il resto l’ho sempre dato ai poveri».
Non avendo nulla da rimproverargli, il frate passò a domandargli se fosse mai
andato in collera.15
«E chi potrebbe non adirarsi», sbottò Ciappelletto, «vedendo la gente che non
80 osserva i comandamenti di Dio, i giovani che pensano solo a divertirsi, che non
vanno in chiesa e seguono le pazzie del mondo invece della legge del Signore?».
«Questa», disse il frate, «non è collera. È santa indignazione. Ma non è che ti
sia capitato mai di commettere per esempio qualche omicidio o di far violenza a
qualcuno, magari solo per difenderti…».
85 «Ma vi pare, padre, che Dio m’avrebbe sostenuto e protetto per tanti anni se
mi fosse passato per il capo anche solo il pensiero di far cose simili?».
«Dimmi allora: hai fatto testimonianze false, hai mai detto male di qualcuno,
hai mai sottratto cose altrui?».
«Sì!», esclamò Ciappelletto. «Almeno una di queste cose l’ho fatta. Avevo un
90 vicino, che quando era ubriaco batteva la moglie. Ebbene, ho avvertito i parenti
di quella poveretta».
«Dovevi farlo! L’avrei fatto anch’io», disse il frate.
«Mi hai detto che sei stato mercante», gli disse poi. «Hai mai ingannato qualche
cliente?».
95 «Gnaffe!»,16 esclamò Ciappelletto. «Avete colto giusto, stavolta! Un cliente,
pagandomi del panno17 che gli avevo venduto, mi aveva dato per sbaglio alcuni soldi
in più del dovuto senza che me ne avvedessi. Quando me ne accorsi, cercai quel
cliente per restituirgli il suo, ma non lo trovai. Era partito per chissà dove. Diedi
allora quei pochi soldi ai poveri».
14 se Iddio… male: se Dio non mi avesse fatto ammalare.
15 se fosse mai andato in collera: se aveva commesso qualche peccato d’ira.
16 Gnaffe!: certo che sì! Deriva dalla alterazione di mia fé (“in fede mia”) ed è una interiezione popolare usata per sottolineare vivacemente un’affermazione.
17 panno: tessuto da confezione.