Gli artifici retorici di Ciappelletto
Il personaggio si rivela abilissimo nell’usare le parole (capacità molto apprezzata da Boccaccio in tutto il Decameron) e gli artifici retorici, comprese alcune tecniche teatrali: con notevoli capacità istrioniche, Ciappelletto sospira per lasciare intendere imbarazzo e contrizione per i presunti peccati commessi; utilizza espressioni di una devozione, pure un po’ stereotipata, che non possiede, come i lettori già sanno (rr. 141-143); piange (rr. 113-114) e finge di non riuscire a confessare quelle colpe che egli sembrerebbe ritenere più gravi, ma che di fatto non sono neanche peccati veniali.

Verso le COMPETENZE

COMPRENDERE E ANALIZZARE

1 Sintetizza in poche righe il ritratto fisico e morale di Ciappelletto.

2 Individua punto per punto come i vizi di Ciappelletto (elencati nel suo ritratto iniziale) nella confessione vengono da lui ribaltati nelle virtù a essi opposte.

3 STILE | Analizza il linguaggio del sacerdote che confessa Ciappelletto: quali caratteristiche ha? Quali espedienti retorici utilizza? È simile o diverso rispetto al linguaggio di Ciappelletto?

INTERPRETARE

4 Quale ritratto del sacerdote emerge nella novella?

SCRIVERE PER…

5 ARGOMENTARE | Nel momento in cui le preghiere dei fedeli vengono esaudite, è importante che la persona alla quale sono state rivolte sia davvero santa? È meglio sapere sempre e comunque la verità, oppure quello che conta è, per così dire, il risultato finale e l’intenzione di chi compie il gesto (come si dice nella conclusione della novella)? Sviluppa le tue riflessioni in un testo argomentativo di circa 20 righe.

6 ESPORRE | Sempre più frequentemente libri e film raccontano di personaggi cinici e spregiudicati, pronti a tutto pur di conseguire i propri obiettivi. Spesso si tratta di personaggi affascinanti, presentati in modo accattivante. Nella nostra società il cinismo è quindi un valore positivo? Rifletti su questo tema in un testo argomentativo di circa 30 righe.

Particolare dei Sette peccati capitali di Hieronymus Bosch. Al centro della scena, un uomo moribondo è disteso in un letto, assistito da un sacerdote che tiene un crocifisso e recita preghiere, circondato da altre figure religiose e civili. Sopra il letto, un angelo e un demone combattono simbolicamente per l'anima del morente, mentre una figura scheletrica rappresenta la morte. Sullo sfondo, sono visibili donne in un ambiente domestico.
Hieronymus Bosch, I sette peccati capitali (particolare), 1480 ca. Madrid, Museo del Prado.