Dall’ingenuità alla scaltrezza

Sin dalle prime battute della novella Boccaccio raffigura la goffaggine e la dabbenaggine stupefatta di un giovane provinciale capitato all’improvviso in un ambiente di cinica delinquenza, uno scenario molto più grande di lui.
L’ingenuità di Andreuccio è sottolineata più volte da diverse espressioni della voce narrante: che non si era mai mosso da Perugia (r. 9); mostrava spesso qua e là […] la sua borsa piena di fiorini d’oro (rr. 14-15); Andreuccio, che si credeva un gran bel giovane […] era convinto di aver fatto colpo sulla ragazza (rr. 41-42); sperando di rifarsi del danno subito (r. 118). La novella sembrerebbe così inserirsi a prima vista nella serie di quelle in cui campeggiano gli ingenui e gli sciocchi beffati. Tuttavia la sua ingenuità non è un tratto definitivo: come avviene nei racconti di formazione, il protagonista cambia, e profondamente, sfruttando le disavventure patite come lezioni o esperienze attraverso le quali maturare.


4 Che cosa impara Andreuccio a contatto con un ambiente dominato dalla truffa e dall’inganno? In che modo avviene la sua particolare “educazione alla vita” e quale è, infine, l’esito di questo apprendistato?


Un racconto di formazione

Per completare il proprio processo di iniziazione alla vita matura, Andreuccio deve passare attraverso una serie di prove: tali possono essere interpretate le diverse cadute o discese (nel chiassetto, nel pozzo, nella tomba), che diventano altrettanti momenti in cui il personaggio è chiamato a mettere in campo le proprie risorse per superare le difficoltà che gli si presentano.


5 Per alcuni studiosi, tali cadute e risalite possono essere interpretate in chiave simbolica come il percorso dei rituali di iniziazione tipici delle società arcaiche, nei quali dopo la “morte” del giovane si assisteva alla “nascita” dell’adulto. In che modo, a tuo giudizio, può essere letta questa alternanza tra basso e alto e, inoltre, tra il buio notturno in cui Andreuccio affronta le sue cadute e l’alba che sorge dopo di esse?


Il ruolo della fortuna

Le vicende in cui Andreuccio viene a trovarsi sono determinate anche dal caso o dalla fortuna, che inizialmente si pone quale antagonista del giovane: per caso Andreuccio precipita nel chiassetto (se si fosse addormentato in casa della siciliana, forse sarebbe stato addirittura ucciso); per caso incontra i due ladri che lo portano con sé; per caso, una volta in preda alla disperazione trovandosi chiuso nel sarcofago, sopraggiunge un’altra banda di criminali, grazie ai quali riuscirà a liberarsi. Nell’economia narrativa della novella, la fortuna sembra che si diverta a creare incontri e situazioni, in un continuo avvicendarsi di cadute e risalite.
Ma è poi il personaggio che riuscirà a piegare il disegno della fortuna a proprio vantaggio, attraverso l’astuzia che nel frattempo ha sviluppato.


6 Quali sono le azioni messe in atto dal protagonista che testimoniano il suo ingegno e gli permettono di diventare, lui inizialmente così sprovveduto, abile e smaliziato?



Educazione CIVICA – SPUNTI DI REALTÀ

SVILUPPO ECONOMICO E SOSTENIBILITÀ • OBIETTIVO 11 – CITTÀ E COMUNITÀ SOSTENIBILI
La Napoli descritta nella novella di Andreuccio da Perugia è caratterizzata, come tutte le città dell’epoca, da condizioni igieniche molto precarie, con strade piene di rifiuti e reti fognarie inesistenti. Oggi la situazione nelle città italiane non è più così drammatica, ma la gestione dei rifiuti continua a essere una tematica molto attuale, tra i problemi dello smaltimento e quelli legati ai processi di raccolta differenziata, che in molte zone del Paese non hanno ancora raggiunto livelli ottimali.

  • Come giudicheresti la situazione della tua città in tal senso? Credi che si potrebbe fare qualcosa di diverso per migliorarne le condizioni? Discutine in classe e argomenta il tuo punto di vista.